“Bisogna
fare sonetti.”
(P.
Valéry, La caccia
magica)
Lo
scrittore mediocre cercherà di dar sfogo a quella pulsione da
signorina che di solito viene manifestata con un desiderio di sincera
autenticità, di disinteressata esigenza di espremere se stesso:
ahimè, poca cosa in ogni caso. - Molto più satura di possibilità
vitali una forma vuota e tirannica che, anonima e perfetta, impone
ragionamenti altrimenti impossibili proprio perché non spontaneamente
nostri.
Esprimersi
artisticamente significherà produrre una estraneità, il che
impone di cavare dal linguaggio qualcosa di più prezioso del
linguaggio stesso: “le
esigenze d’una prosodia
rigorosa sono l’artificio che conferisce al linguaggio naturale la
qualità d’un materiale resistente, estraneo alla nostra anima, e
sordo, in certo modo, ai nostri desideri” (Varietà).
- In questo senso, bello.
-
Ho difficoltà a comprendere questo testo...
-
Ma via! Io ci trovo delle belle cose. Le prende da me...
M'importa
poco di sapere cosa dice l’Autore:
il mio errore è Autore!
(Istanti)