"Il Compagno segreto" - Lunario letterario.Numero 15, giugno 2011   

 


n. 15 °*° Da Hitler a Casablanca via Hollywood  °*° n. 15

cineasti ebrei in fuga dal nazismo

 

7. Dietro La porta d'oro


 

Nel 1941 uno dei film di punta della Paramount fu La porta d’oro (Hold Back the Dawn, Mitchell Leisen), premiato con sei candidature all’Oscar. Nessun altro film è vicino a Casablanca come questo nel racconto della sorte degli emigrati in attesa di un visto per entrare negli Stati Uniti. Siamo in un villaggio del Messico a ridosso del confine con la California. Attorno alla storia dell’amore tra Charles Boyer e Olivia de Havilland, si muovono personaggî del tutto simili a quelli del caffè di Rick a Casablanca: anche qui emigrati che, in un sovraffollato albergo d’infimo ordine che si chiama – sarcasmo degli sceneggiatori Charlse Brackett e Billy Wilder - “Esperanza”, trascorrono l’attesa lunga e a volte interminabile per un permesso di soggiorno negli Stati Uniti cercando di sopravvivere alla povertà, al caldo e alle malattie. Il gigolo rumeno Georges Iscovescu (Charles Boyer) otterrà una stanza solo perché un altro emigrato, esasperato dall’attesa, si è impiccato. La stessa tentazione viene confessata dopo alcuni mesi dal protagonista che dirà a un certo punto quel «waiting, waiting, waiting…» che in Casablanca è la battuta diLouis V. Arco. Nel limbo dell’Hotel Esperanza, si muovono personaggî secondari benissimo disegnati, spesso interpretati da attori emigrati. Del cast di Casablanca, c’è in un piccolissimo ruolo Madeleine LeBeau e soprattutto Curt Bois. Bois interpreta da par suo la parte davvero paradossale di Bonbois, un barbiere francese che scopre di essere discendente dell’eroe della rivoluzione americana (e francese) de La Fayette. Dopo mesi di vita grama nel piccolo albergo, supererà per onor di discendenza “la porta d’oro” del confine tra il Messico e gli Stati Uniti accompagnato dalle note della Marsigliese.

Non è difficile riconoscere nell’avventura del protagonista Charles Boyer molte delle esperienze dell’emigrato Billy Wilder (cfr. il commento di Vieri Razzini nei contenuti speciali dell’edizione in dvd del film: La porta d’oro, Flamingo Video e Teodora, 2010).

 

(da: Francesco Carbone, Da Hitler a Casablanca (via Hollywood). Cineasti ebrei in fuga dal nazismo, Edizioni EUT, Trieste 2011)


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