"Il Compagno segreto" - Lunario letterario.Numero Numero 15 giugno 2011 

 


n. 15 °*° Da Hitler a Casablanca via Hollywood  °*° n. 15

cineasti ebrei in fuga dal nazismo

24. Non tutti dicono I love you


 

Sulla questione di chi ami veramente Ilsa, la cosa più interessante e divertente è rivedersi Harry ti presento Sally (When Harry Met Sally..., Rob Reiner 1989): le discussioni dei due protagonisti sul film più trasmesso dalle televisioni americane potrebbero non finire mai restando sempre deliziose. Eppure Casablanca è chiaro, e addirittura classico nel raccontarci che, come sempre, «un’alternativa al matrimonio è il grande amore» (GIORGIO MANGANELLI, La penombra mentale).

Sono molte e accuratamente dosate le volte in cui in Casablanca si dice «I love you»: lo dice, e lo scrive, sempre e solo Ilsa, e sempre solo a Rick. Le uniche eccezioni sono le due dichiarazioni d’amore di Victor alla moglie: alle quali lei risponde la prima volta appena sorridendo, la seconda con un perfino più desolante «Yes, yes I know». Ilsa e Rick si baciano appassionatamente, e non solo nel flashback di Parigi (tra l’altro una Parigi niente di che, com’era tipico delle parsimoniose produzioni Warner: una pensioncina addirittura casalinga, ottenuta riciclando scenari realizzati per Perdutamente tua, dove l’unico tocco veramente francese è – sineddoche che tutto compendia - una bottiglia di champagne). Ilsa non bacia mai il marito. Victor bacia con virginale rispetto la moglie solo sulla guancia. A un certo punto, Ilsa confida a Rick perfino di aver scambiato l’ammirazione per quell’uomo eroico e affascinante con l’amore: «a feeling she supposed was love» [corsivo nostro]. Tutto, insomma, impone di pensare che il dilemma di Ilsa non sia stato tra due amori, ma tra amore e fedeltà (se si vuole, platonicamente, tra eros e agape). Umberto Eco, che riconobbe tra Victor, Rick e Ilsa un reciproco intreccio di «archetipi sacrificali», vede giustamente nel caso della donna la rinuncia all’«uomo amato per tornare all’eroe ferito» (UMBERTO ECO, Casablanca, o la rinascita degli dei, in Dalla periferia dell’impero).

 

(da: Francesco Carbone, Da Hitler a Casablanca (via Hollywood). Cineasti ebrei in fuga dal nazismo, Edizioni EUT, Trieste 2011)

 


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