Chi scrisse Casablanca? Per iniziare la sceneggiatura, uno scheletro per il copione del film esisteva, ed era la pièce di Murray Burnett. I gemelli Julius e Philip Epstein ne fecero più una commedia che un dramma per la propaganda antinazista; Howard E. Koch lo bilanciò arricchendo sia la parte politica che il romance tra Rick e Ilda. I due Epstein e Koch, che furono alla fine i tre sceneggiatori accreditati, lavorarono più parallelamente che per reciproci innesti. A un certo punto, Casey Robinson (non accreditato ma pur sempre il «Warner’s highest-paid screenwriter») ebbe l’incarico di preparare un rapporto dettagliato sulla sceneggiatura. La relazione era piena di suggerimenti, che furono in gran parte accolti. Grazie a questi, furono cambiate soprattutto le scene in cui Ilsa e Rick s’incontrano a Casablanca, passando da un doloroso equivocarsi al riconoscimento inevitabile del loro amore.
Michael Curtiz partecipava alle riunioni con i fratelli Epstein, portandovi – a loro dire –, più che le proprie, soprattutto le idee di sua moglie. Il risultato di tutti questi incrocî andava sottoposto a Joseph Breen, il funzionario della Production Code Administration, i cui due obiettivi sostanziali erano: stemperare fino all’evanescenza le scene che avrebbero permesso d’intuire che Rick e Ilsa erano stati amanti almeno a Parigi; evitare quelle in cui il capitano Renault pretende favori sessuali da donne giovani e belle in cambio di un visto per l’America.
Il produttore Hal Wallis come sempre supervisionava ogni momento del lavoro, aggiungendovi del suo; e siamo almeno certi che siano suoi il titolo e la celebre frase finale «Louis, forse oggi inauguriamo una bella amicizia». Bogart si dimostrò in più momenti insoddisfatto delle battute che doveva recitare, e fino all’ultimo furono aggiustate, anche seguendo suoi suggerimenti, le parole e le situazioni previste per Rick.
(da: Francesco Carbone, Da Hitler a Casablanca (via Hollywood). Cineasti ebrei in fuga dal nazismo, Edizioni EUT, Trieste 2011)