Franz  Planer (1894 - 1963) aveva sposato un’ebrea e per questo  emigrò, nel 1933, in Austria e nel 1937 negli Stati Uniti. In Germania, i film  di cui diresse la fotografia furono caratterizzati da «una finezza  chiaroscurale ammirevole (…). La gelida, asettica pulizia di questo bianco e  nero dalla finissima grana, di cui si vestono i corpi molto ariani delle sue  star Lilian Harvey e Willy Fritsch, sembra raccontarci la catastrofe imminente,  non meno di quanto facciano i più cupi incubi della coeva fotografia  espressionista» (STEFANO MASI, Dizionario dei direttori della fotografia).  Planer fu direttore della fotografia di oltre un centinaio di film. Ottenuto  rapidamente un contratto con la Columbia, esordì con il bellissimo Holiday (Incantesimo, George Cukor 1938). Nonostante il successo, fu a lungo confinato in  produzioni non di primo livello. Negli anni della guerra, quando avere un nome  tedesco – pur essendo ebrei – era in America un motivo di sospetto, cambiò il  suo nome da Franz a Frank. Concluso il contratto con la Columbia, operò da freelance.
          Diresse, tra tanti capolavori, la fotografia di Casablanca.
           
           
          (da: Francesco Carbone, Da Hitler a Casablanca (via Hollywood).  Cineasti ebrei in fuga dal nazismo, Edizioni EUT, Trieste 2011)