"Il Compagno segreto" - Lunario letterario.Numero 15, giugno 2011  

 


n. 15 °*° Da Hitler a Casablanca via Hollywood  °*° n. 15

cineasti ebrei in fuga dal nazismo

14. Certi quartieri


 

 

Come ricorda Giuliana Muscio, la Warner Brothers aveva la maggior parte delle sale e del pubblico sulla costa Est: «quindi non meraviglia che la casa si imponga in generi come il gangster o il film di ambientazione contemporanea e urbana, con sintomi di disturbo sociale e che sviluppi i «City Boys», attori-personaggi come James Cagney, Humphrey Bogart e John Garfield, i quali rifettono gli stessi tratti urbani ed etnici del loro pubblico» (GIULIANA MUSCIO, Cinema: produzione e modelli sociali…). E forse si può dire che sia “molto Warner” la battuta – recitata benissimo – con cui Bogart risponde a Strasser quando, parlando delle possibili sorti della guerra, lo avverte che «Ci sono certi quartieri di New York, Maggiore, che sarebbe imprudente cercare di invadere» («There are certain sections of New York, Major, that I wouldn’t advise you to try to invade»).

Questi tratti di Rick ne fanno una variante della figure forse più tipiche del cinema americano classico: quella dell’uomo solo «contro le norme rigide e disumane del mondo e della società. Una specie di ego contra mundum che viveva la propria vita senza preoccuparsi tanto della mediazione tra se stesso e la realtà sociale circostante» (ALESSANDRO AGOSTINELLI, Una filosofia del cinema americano). La storia di Casablanca  può allora essere letta come la riadesione etica a una lotta collettiva da parte dell’eroe che ha rinnegato la lotta per far «parte per se stesso»: Ilsa e Laszo fanno uscire Rick dalla tenda del suo cinismo un po’ come la morte di Patroclo riporta sul campo di battaglia Achille. Del resto, scriveva già Benjamin che «l’uomo epico cerca solamente il riposo»: la lotta è la necessità a cui cerca di resistere, almeno fino a quando lo stato delle cose lo rende praticabile senza distruggerne l’identità (WALTER BENJAMIN, La crisi del romanzo).

 

(da: Francesco Carbone, Da Hitler a Casablanca (via Hollywood). Cineasti ebrei in fuga dal nazismo, Edizioni EUT, Trieste 2011)

 


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