«Goebbels nutriva per i film non un semplice interesse, ma una vera e propria ossessione. Probabilmente non c'è stato nessun altro personaggio storico nei governi dell'età contemporanea che si sia mai dedicato in maniera così intensa alla cinematografia e all'esplorazione di tutte le sue potenzialità espressive. Lascia stupefatti sapere che ogni singola pellicola prodotta nel Terzo Reich - compresi lungometraggi, corti, notiziari e documentari - dovesse passare il vaglio di Goebbels per arrivare nelle sale» (DAVID STUART HULL, Film in the Third Reich: a study of the German Cinema. 1933-1945. Su Goebbels vedi anche ERIC RENYSCHLER, The Ministry of Illusion: Nazi Cinema and its Afterlife).
A proposito di Goebbels non è quindi una battuta stupida quella che sentiamo, in Bastardi senza gloria (Inglourious Basterds, Quentin Tarantino, 2009), nello studio di Churchill: definito come l’uomo che avrebbe voluto essere il David O. Selznick del cinema tedesco… Selznick, il produttore di Via col vento e tra i più importanti che il cinema mondiale abbia mai avuto, era un ebreo di Pittsburgh.
La fedeltà al modello americano fu sostanziale in tutte le produzioni tedesche degli anni del Reich: «Il grosso della produzione apparteneva a generi come la commedia, il melodramma, il film-rivista, la cine-operetta, il film d’avventura: era il “sogno americano” che si materializzava. Goebbels, che riteneva il cinema il miglior agente di propaganda, sapeva bene che il divertimento, soprattutto il divertimento, è una strategia politica.» (UGO CASIRAGHI, Naziskino, Ebrei ed altri erranti).
(da: Francesco Carbone,Da Hitler a Casablanca (via Hollywood). Cineasti ebrei in fuga dal nazismo, Edizioni EUT, Trieste 2011)