"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 15  giugno 2011

 


 

n. 15 °*° Da Hitler a Casablanca via Hollywood  °*° n. 15

cineasti ebrei in fuga dal nazismo

 

 24. Goebbels, intanto

 

 


 

«Goebbels nutriva per i film non un semplice interesse, ma una vera e propria ossessione. Probabilmente non c'è stato nessun altro personaggio storico nei governi dell'età contemporanea che si sia mai dedicato in maniera così intensa alla cinematografia e all'esplorazione di tutte le sue potenzialità espressive. Lascia stupefatti sapere che ogni singola pellicola prodotta nel Terzo Reich - compresi lungometraggi, corti, notiziari e documentari -  dovesse passare il vaglio di Goebbels per arrivare nelle sale» (DAVID STUART HULL, Film in the Third Reich: a study of the German Cinema. 1933-1945. Su Goebbels vedi anche ERIC RENYSCHLER, The Ministry of Illusion: Nazi Cinema and its Afterlife).

A proposito di Goebbels non è quindi una battuta stupida quella che sentiamo, in Bastardi senza gloria (Inglourious Basterds, Quentin Tarantino, 2009), nello studio di Churchill: definito come l’uomo che avrebbe voluto essere il David O. Selznick del cinema tedesco Selznick, il produttore di Via col vento e tra i più importanti che il cinema mondiale abbia mai avuto, era un ebreo di Pittsburgh.

La fedeltà al modello americano fu sostanziale in tutte le produzioni tedesche degli anni del Reich: «Il grosso della produzione apparteneva a generi come la commedia, il melodramma, il film-rivista, la cine-operetta, il film d’avventura: era il “sogno americano” che si materializzava. Goebbels, che riteneva il cinema il miglior agente di propaganda, sapeva bene che il divertimento, soprattutto il divertimento, è una strategia politica.» (UGO CASIRAGHI, Naziskino, Ebrei ed altri erranti).

 

(da: Francesco Carbone,Da Hitler a Casablanca (via Hollywood). Cineasti ebrei in fuga dal nazismo, Edizioni EUT, Trieste 2011)

 


 

 

 

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