"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 15 giugno 2011
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n. 15 °*° Da Hitler a Casablanca via Hollywood °*° n. 15 cineasti ebrei in fuga dal nazismo
2. Tre minuti prima di una morte certa
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Non sarà che la vera definitiva sconfitta di Hitler sia proprio questo essere finito lui suicida mentre vive l’«ancora qui» di ebrei che hanno pur visto lo sterminio in faccia e continuano a contagiare di felicità il mondo? Certo, con un riso che ha dentro di sé tutto l’indimenticabile che è accaduto: Hannah Arendt fu accusata di esser stata troppo leggera per il modo in cui trattò il processo Eichmann ne La banalità del male:«Se la gente ritiene che si possa scrivere di queste cose solo in un tono di voce solenne… Vede, ci sono persone che se la prendono - e posso in parte capirli - per il fatto che, per esempio, riesco ancora a ridere. Ma ero davvero convinta che Eichmann fosse un buffone. Le dirò, ho letto le trascrizioni dei suoi interrogatori, tremila e seicento pagine, le ho lette, le ho lette con grande cura, e sono scoppiata a ridere non so quante volte - ho riso a crepapelle! Alcuni si indignano di fronte a questa reazione, ma io non posso farci niente. Ma so una cosa per certa: probabilmente riderei anche tre minuti prima di una morte certa. E questo, secondo i miei critici, sarebbe il mio tono di voce non c’è alcun dubbio che il tono che prediligo è primariamente ironico. Il tono in questo caso coincide pienamente con la persona (…) e non posso proprio farci niente» (HANNAH ARENDT, Conversazione con G. Gaus, in Antologia).
(da: Francesco Carbone, I vecchi maestri, introduzione a Da Hitler a Casablanca (via Hollywood). Cineasti ebrei in fuga dal nazismo, Edizioni EUT, Trieste 2011) |
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