"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 15  giugno 2011

 


 

n. 15 °*° Da Hitler a Casablanca via Hollywood  °*° n. 15

cineasti ebrei in fuga dal nazismo

 

 19. Tutti vanno a Casablanca

 

 


 

  

 

Per questo studio si è scelto un’unica storia che fosse il più possibile emblema di tutte le altre. Ripercorrendo la storia delle donne e degli uomini che hanno partecipato alla realizzazione di Casablanca, si racconta il caso più famoso e felice di un film hollywoodiano in cui i rifugiati hanno costituito la grandissima parte del cast: dal regista all’ultimo degli attori chiamato per poco più di un ruolo da comparsa. La gerarchia del cast di Casablanca rispecchia lo stato delle cose proprio di Hollywood negli anni della seconda guerra mondiale, ma questo non corrisponde affatto, soprattutto nel caso degli attori, al loro talento, alla maestria nella loro arte e alla loro storia prima che venissero costretti a cercare rifugio e lavoro in America.

Si cercherà di raccontare quanto di bellezza e di dolore, di speranza e di disillusione, si raccolse in quel frammento di tempo: come se quelle poche settimane potessero essere viste come la resa dei conti del tempo vissuto e del tempo che restava da vivere. Questa ricerca è un gesto amoroso e tremante che si avventura, cosciente per quanto possibile del suo arrischiarsi, oltre il velo luminoso di un film inevitabile nella foresta buia e dolorosa che lo ha permesso, cercando nella sua mònade il riflesso di tutto il mondo circostante.

In questa prospettiva, Casablanca non è il film di Humphrey Bogart e di Ingrid Bergman, ma molto di più di tutti gli altri che vi parteciparono: nella quasi totalità immigrati, fuggiti all’Europa mostrificata dal nazismo. Di quei caratteristi o comparse, di quegli attori utilizzati per cammei di pochi minuti, per arricchire lo sfondo della storia dei due divi, emerge nel film una minima parte del talento e della sapienza. Dato lo stato di cose, difficilmente avrebbe potuto essere diverso. A Hollywood moltissimi talenti rimasero chiusi come il genio nella lampada abbandonata, ma senza che nessun Aladino venisse più a liberarli.

(da: Francesco Carbone, I vecchi maestri, introduzione a Da Hitler a Casablanca (via Hollywood). Cineasti ebrei in fuga dal nazismo, Edizioni EUT, Trieste 2011)


 

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