"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 15 giugno 2011
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n. 15 °*° Da Hitler a Casablanca via Hollywood °*° n. 15 cineasti ebrei in fuga dal nazismo
10. Forni e fughe
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Billy Wilder: «Io mi trasferii qui solo per non finire in un forno» (CAMERON CROWE, Conversazioni con Billy Wilder). Questo più di qualunque cosa definisce la verità delle cose, che però allora compresero in pochi: «Emigrato, è un’espressione così innocua, così per bene! Sono scappato. Avevo ancora il mio passaporto austriaco, ma nei mesi di gennaio fino ad aprile 1933 divenne sempre più disagevole, più inquietante. All’improvviso anche l’uomo del garage in cui tenevo la macchina incominciò ad andare in giro con un’uniforme da SS e con quell’affare là sul braccio» («Non prendo tutto sul serio…» colloquio con Billy Wilder, a cura DI HEINZ-GERD ROSNER e REINHARD WULF, 1980, in AA. VV., Vienna-Berlino-Hollywood. Il cinema della grande emigrazione, a cura di ROBERTO CALASSO, Edizioni «la Biennale di Venezia» («Non prendo tutto sul serio…» colloquio con Billy Wilder, a cura DI HEINZ-GERD ROSNER e REINHARD WULF, 1980, in AA. VV., Vienna-Berlino-Hollywood. Il cinema della grande emigrazione, a cura di ROBERTO CALASSO, Edizioni «la Biennale di Venezia»).
(da: Francesco Carbone, I vecchi maestri, introduzione a Da Hitler a Casablanca (via Hollywood). Cineasti ebrei in fuga dal nazismo, Edizioni EUT, Trieste 2011) |
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