AMLETO -
…e sia lodato l'impulso, perché, diciamolo, l'irruenza talvolta
serve, quando i calcoli profondi vacillano.
(Atto V, sc. 2)
«Ma senza una
buona dose di demenza, nessuna iniziativa, nessuna impresa, nessun
gesto.»
(E. M. Cioran,
La tentazione di esistere)
Si può impazzire schizzando fuori da sé verso l’atto,
come don Chisciotte che assalta i mulini o Napoleone e Hitler che
invadono la Russia, precipitando in una demenza che dunque ha
bisogno dello scenario del mondo e di applausi da fermare nel marmo
di mausolei mastodontici; si può impazzire collassando in dentro,
ripiegandosi centripeti al di qua di qualunque azzardo di atti.
Amleto è entrambe queste follie. S’inibisce e si scatena –
istericamente, non ha centro: non sa offrire la via di mezzo la
misura e la discrezione ad altri che a degli attori. Solo nel
teatro, quando fa il regista, si ricompone in una misura di finzione
accurata, dunque vera.