"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 13 settembre 2007

 


 

n. 13 °*° W. Shakespeare : Fantasmi di Amleto  °*° n. 13

 

 

 

53. In ritardo

 

 

 

 


 

«Molto più noto è il ritardo: sebbene sia una tragedia movimentata, anzi febbrilmente energetica, l’Amleto procede con lentezza. (…) Nell’Amleto, il raddoppiamento può servire per l’appunto a rallentare sia l’azione che il linguaggio, mentre paradossalmente tutto rimane, per così dire, carico di significato e di un senso di minaccia.»

(F. Kermode, Il linguaggio di Shakespeare, Milano 2000)

 

«l’uso tipico dell’Amleto (e dello stile elisabettiano dei traduttori studiato da F.O. Matthiesen in Translation, An Elisabethian Art, 1931, New York 1965) dei doublets o endiadi o duplicazioni di parole, di frasi, di personaggi ecc. (…). E’ un uso che può associarsi a una ricorrenza di schemi binari (ma poi anche ternari) in tutto il lavoro, uno sdoppiamento o moltiplicamento ossessivo che Levin (H. Levin, The Question of Hamlet, New York 1961) connette con gli equivoci, i doppi sensi, il discorso e l’agire doppi della tragedia.»

(N. D’Agostino, Nota a W. Shakespeare, Amleto, Milano 2004)

 

«La trama del verso è caratterizzata da una tendenza a raddoppiare parole e frasi… i discorsi abbondano di endiadi… talora i sostantivi a coppie sono sinonimi ridondanti… e queste figure del discorso sono indubbiamente più ornamentali che funzionali; eppure riempiono l’atmosfera di sottintesi che comunicano una sensazione di incertezza e indecisione»

(H. Levin, The Question of Hamlet, New York 1961) 

 


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