AMLETO - Ti
prego, recita la battuta come te l’ho detta…
(Atto III, sc.
2)
Come tanti attori, Amleto non è
nella vita così misurato, naturale come nella recitazione: è fuori
sesto, esagera, urla, sbraita, impone il suo oltremisura agli
altri, insomma imbarazza.
«Il Primo Attore recitava a mio
avviso troppo bene. Dovrebbe recitare molto male. Il Primo Attore, a
parte il ruolo che svolge nello sviluppo drammaturgico della tragedia,
è la caricatura shakespeariana del gigione del suo tempo, proprio come
il brano che recita è la parodia di Shakespeare dei brutti drammi di
alcuni suoi rivali. Mi sembra che i consigli di Amleto agli attori
perdano significato se il Primo Attore non si è macchiato della colpa
che Amleto disapprova, se non ha trinciato l’aria con il braccio,
urlato le battute, fatto a pezzi la passione, cercato di essere più
Erode di Erode. La stessa sensibilità che Amleto osserva nell’attore,
come per esempio le sue autentiche lacrime, non è la caratteristica di
un buon attore. Il ruolo dovrebbe essere interpretato imitando la
recitazione dei tragici di provincia. E’ inteso come satira, e
interpretarlo bene equivale a interpretarlo male.»
(O. Wilde, “Amleto” al Lyceum,
in Autobiografia di un dandy, Milano 1996)