"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 13 settembre 2007

 


 

n. 13 °*° W. Shakespeare : Fantasmi di Amleto  °*° n. 13

 

 

 

36. All'inizio

 

 

 

 


«Ma lei capirà quanto sia arduo discriminare lacrime e funerali»

(G. Manganelli, Il funerale del padre, in  Tragedie da leggere, Torino 2005)

 

«Shakespeare invece è sbrigativo, tutto ciò che sa lo dice nel primo atto.»

(A. Strindberg, Amleto e Faust, Milano 1988)

 

 

«Questo è un primo atto sostanzioso: vengono presentati tutti i personaggi principali, annodati tutti i fili, si apprende tutto ciò di cui c’è bisogno. Ma c’è di più: il carattere di Amleto subisce una trasformazione: da melanconico spregiatore del mondo diviene maniacale, trovando una passione per la quale vivere – la vendetta. Una decisione è stata presa e l’atto finisce appunto con un impegno che desta nel pubblico la curiosità di vedere come va a finire. Questo primo atto pertanto è impeccabile sia sul piano dell’esposizione sia su quello strutturale, anche se la preparazione dell’incontro di Amleto con lo Spettro è forse troppo circostanziata.»

(A. Strindberg, Amleto e Faust, Milano 1988)

 

 

«Un dramma d’effetto

Deve operare per allusioni,

contenere un segreto che lo spettatore apprende o al principio o alla fine

un’esplosione di sentimenti, d’ira, d’indignazione,

una svolta brusca, un rovescio,

una sorpresa ben preparata,

una rivelazione,

una punizione (nemesi), una umiliazione,

un accurato finale, con o senza espiazione,

un quiproquo

un parallelismo. Se lo spettatore conosce il segreto, ma non i personaggi, godrà del loro ignorare. Se lo spettatore non conosce il segreto, la sua curiosità è eccitata ed è interessato.»

(A. Strindberg, cit. in M. Lamm, Augusts Strindberg, Johanneshov 1986)


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