«Ma lei capirà quanto sia arduo discriminare lacrime e
funerali»
(G. Manganelli,
Il funerale del padre, in Tragedie da leggere, Torino
2005)
«Shakespeare invece è sbrigativo, tutto ciò che sa lo dice nel primo
atto.»
(A. Strindberg, Amleto e Faust, Milano 1988)
«Questo è un primo atto sostanzioso:
vengono presentati tutti i personaggi principali, annodati tutti i
fili, si apprende tutto ciò di cui c’è bisogno. Ma c’è di più: il
carattere di Amleto subisce una trasformazione: da melanconico
spregiatore del mondo diviene maniacale, trovando una passione per la
quale vivere – la vendetta. Una decisione è stata presa e l’atto
finisce appunto con un impegno che desta nel pubblico la curiosità di
vedere come va a finire. Questo primo atto pertanto è impeccabile sia
sul piano dell’esposizione sia su quello strutturale, anche se la
preparazione dell’incontro di Amleto con lo Spettro è forse troppo
circostanziata.»
(A. Strindberg, Amleto e Faust,
Milano 1988)
«Un dramma d’effetto
Deve operare per allusioni,
contenere un segreto che lo
spettatore apprende o al principio o alla fine
un’esplosione di sentimenti, d’ira,
d’indignazione,
una svolta brusca, un rovescio,
una sorpresa ben preparata,
una rivelazione,
una punizione (nemesi), una
umiliazione,
un accurato finale, con o senza
espiazione,
un quiproquo
un parallelismo. Se lo spettatore
conosce il segreto, ma non i personaggi, godrà del loro ignorare. Se
lo spettatore non conosce il segreto, la sua curiosità è eccitata ed è
interessato.»
(A. Strindberg,
cit. in M. Lamm, Augusts Strindberg, Johanneshov 1986)