AMLETO -
…un temperanza che dia morbidezza alla passione …
(III Atto sc. 2)
«I suoi consigli agli attori (non
agli autori di teatro) sono conformi alle idee correnti: si fondano
sulla antica idea della mimesi, e su concetti rinascimentali: l’arte
che interpreta, conquista e scopre la natura, l’arte che è abilità e
mestiere, sprezzatura, competenza e perfezione che non si fa notare
(Montaigne), l’arte che è utile e morale. Amleto non è rivoluzionario,
è assolutamente tradizionale. E i concetti che esprime, a rigore, non
illuminano affatto il mondo scespiriano, anche se forse corrispondono
alle opinioni e intenzioni dell’autore esterno. Si noti che Amleto,
nel consigliare il controllo delle passioni, guarda sempre a un
modello che è incapace di imitare. Di nuovo la scena è
frame-breaking, opera un’irruzione del mondo esterno nel mondo
drammatico, ma del resto un’opera d’arte non è una sfera nettamente
distinta e separata dalla realtà, piuttosto sfuma nebbiosamente verso
l’esterno.»
(N. D’Agostino, Nota a W.
Shakespeare, Amleto, Milano 2004).