"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 13 settembre 2007

 


 

n. 13 °*° W. Shakespeare : Fantasmi di Amleto  °*° n. 13

 

 

 

33. La donna di Laerte

 

 

 

 


 

«…quell’eccellente Laerte (il quale ben avrebbe meritato – troppo tardi ci penso! – di esser lui l’eroe di questa storia), che il suo cuore trabocca, trabocca per l’inesplicabile anonimato del suo trentenne destino! E’ troppo!... Afferra con una mano Amleto alla gola, e con l’altra gli pianta un vero pugnale nel cuore.»

(J. Laforgue, Amleto, ovvero Le conseguenze della pietà filiale)

 

 

Una delle battute più scardinanti d’una quieta ricezione del testo la dice Laerte appena morta sua sorella Ofelia: «Quando queste cose saranno passate, in me / La donna finirà» («When these are gone, / The woman will be out», Atto IV, sc. 7). Cos vuol dire? Quasi niente da leggere in tutte le edizioni consultate. – Cosa intende con «quando queste cose saranno passate»? E’ davvero una promessa di ambivalente castità (finirà «la donna»)? - Ma allora perché non subito? Perché solo dal momento in cui queste cose – queste morti - saranno passate? E se non è di castità che si parla allora di cosa? – Shakespeare, quasi fosse più forte di lui, non lascia nessun personaggio al grado zero della banalità, regala battute che squarciano tutti i veli delle nostre pigre preletture sempre pronte. Il piatto Laerte, «idiota per umanità» (J. Laforgue, Amleto, ovvero Le conseguenze della pietà filiale)  non poteva farsi un bel pianto su quel fiore reciso di sorella come tutti? No: alla fine del massacro e del lutto (?) la donna finirà.


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