"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 12, settembre 2007

 


 

n. 12 °*° W. Shakespeare : Fantasmi di Amleto  °*° n. 12

 

 

 

20. I tre testi di Amleto

 

 

 


  

«Il caso di Amleto è poi del tutto particolare, in quanto è l’unico dramma shakespeariano di cui ci restano ben tre versioni d’epoca. Fino al 1823 se ne conoscevano solo due, quella pubblicata in edizione in-quarto nel 1604-4 (e ristampata con poche varianti nello stesso formato, nel 1611 e nel 1622) e quella – in parte diversa, a causa di tagli e aggiunte, oltre che di molte varianti morfologiche e lessicali – apparsa nell’in-folio del 1623. E i grandi filologi settecenteschi avevano già avuto il loro daffare nello stabilire il testo presuntivamente più vicino all’originale dell’autore oppure alle sue “intenzioni finali”. Ma in quell’anno dell’Ottocento fu fatta una scoperta che mise a rumore il mondo di tutti gli studiosi e gli appassionati di Shakespeare.

Un certo Sir Henry Bunbury rinvenne in uno stanzino della sua casa di Barton un vecchio volumetto, mancante dell’ultima pagina: si trattava di un Amleto pubblicato nel 1603, e dunque prima della prima edizione fino ad allora conosciuta del dramma (…). E’ singolare come esattamente due secoli dopo la pubblicazione della prima edizione in-folio di tutte le opere venisse ritrovato questo nuovo testo. E nel 1856 ne venne scoperta un’altra copia, in Irlanda, da uno studente del Trinity College, e questa era priva del frontespizio, ma recava l’ultima pagina, cosicché l’opera, per una sorprendente coincidenza, risultava completa.»

(A. SERPIERI, Il mistero del primo Amleto in Tradurre/Interpretare “Amleto”, Bologna 2002)

 

 

 

«Sebbene questa ipotesi sia un’eresia per quasi tutti gli shakespeariani moderni, rimane  la possibilità che Shakespeare abbia scritto solo questa volta spinto da impulso puramente personale, sapendo che avrebbe dovuto tagliare il testo a ogni messa in scena. Ciò potrebbe spiegare la differenza tra i 3800 versi del secondo in quarto e l’omissione di 230 di quei versi nel primo in folio. Il fatto che il primo in folio contenga altri ottanta versi non presenti nel secondo in quarto indica forse che Shakespeare continuò a rivedere Amleto dopo il 1604-1605, quando comparve il secondo in quarto. Ritengo che l’in folio sia l’ultima versione di Shakespeare, anche se, con i suoi 3650 versi era forse troppo lunga per i teatri londinesi. L’Amleto integrale, composto da 3880 versi, ci rammenta che il dramma non è solo la “Monna Lisa della letteratura”, ma anche la mosca bianca di Shakespeare e un’anomalia all’interno del suo canone.»

(H. Bloom, Shakespeare, Milano 2003)


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