«RUMORI. I passi delle persone che entrano saranno amplificati,
avranno una loro eco.
Il vento di fuori si mescolerà a volte con le parole, sotto forma di
un rumore inesplicabile.
Il frastuono delle grucce del vecchio che sbattono contro il tavolo si
ripercuoterà dovunque.
Si sceglieranno tutti questi rumori in modo che abbiano il massimo
rilievo, che sprigionino una suggestione fantastica quando occorra,
che lascino sul piano banale e quotidiano ciò che vi deve restare, e
che per contraccolpo mettano in valore il resto.
La rigidezza di certi gesti e atteggiamenti, sarà accompagnata da
rumori di automi, da strida che si concluderanno in melodie,
specialmente nel momento della metamorfosi, quando la mummia cambia il
vecchio, e la lattaia, per tutti invisibile eccetto che per lui, gli
appare. In quel momento si avranno altri artifici di messa in scena
che saranno indicati nella parte dedicata all’illuminazione e
all’interpretazione generale.»
LA RECITAZIONE «I dislivelli dal reale all’irreale saranno segnati sia
da lenti trapassi sia da brusche fratture. I personaggi cambieranno
all’improvviso di tono, di diapason, a volte di voce.»
(A. ARTAUD, Progetto di messa in scena per “La sonata degli
spettri” di Strindberg, in: Il teatro e il suo doppio,
Torino 2000)
«Questi “fantasmi” del padre di Amleto che uscivano di scena nel
corpulento Manlio Nevastri (in arte Nistri), trascinandosi dietro
nell’“addio” i merli della torre…»
(C. Bene, Opere, Milano
2002)
«Lo humour sarà l’unico semaforo
verde o rosso che illuminerà i drammi, indicando allo spettatore se la
strada è libera o bloccata, se è il caso di gridare o di tacere,
ridere forte o sommessamente. Il Teatro Alfred Jarry si propone di
diventare il teatro di tutto il ridere.
Riepilogando, ci proponiamo come
tema: l’attualità, intesa in tutti i sensi; come mezzo:
l’humour, in tutte le sue forme; e come fine: il riso assoluto,
il riso che va dall’immobilità bavosa alla risata irrefrenabile fino
alle lacrime.»
(A. Artaud, Il teatro e il suo
doppio)