"Il Compagno segreto" - Lunario letterario.Numero 12, settembre 2007 

 


n. 12 °*° W. Shakespeare : Fantasmi di Amleto  °*° n. 12

8.  Pazzie democratiche

 


 

AMLETO - Benvenuti, maestri miei. Benvenuti tutti quanti. Son contento di trovarti bene. Benvenuti, amici.

(Atto III, sc. 2)

 

 

«Ma nella natura autentica di questo giovane, che, forse fin dalla nascita, non s’è trovato perfettamente a casa quaggiù, in questa “prigione”, in questa “valle di lacrime”, c’è un tratto a dir poco divino: difatti, per lui, tutti gli uomini sono uguali. Egli è popolare, sebbene sia l’erede al trono. Pertanto se la fa col buffone Yorick, gli attori, gli studenti e quando si rivolge agli umili becchini è ancora gentile e per niente altero. Inoltre è  adorato dal popolino, o da tutto il popolo, tanto che il re teme quel favore delle masse; e tuttavia, Amleto non è democratico, uno che lecca i piedi al “volgo profano” per acquisire poteri. Il suo punto di vista è così universalmente umano che si libra aldisopra di tutto: trono e corte, società e leggi; se avesse avuto un’indole più comune avrebbe, non ucciso il patrigno, ma fomentano una rivoluzione, rovesciato il monarca e fatto decapitare legalmente l’assassino.»

 

(A. Strindberg, Amleto e Faust, Milano 1988)


 torna a  

 

     torna su