«La via è
un’anarchia di chiaroscuro… Nulla vi si realizza mai completamente,
nulla si svolge fino alle estreme possibilità… Tutto si compenetra
spudoratamente in una mescolanza impura, tutto è distrutto e spezzato,
nulla fiorisce fino alla vita reale… Si può descriverla solo per
negativi…»
(G. Lukács,
L’anima e le forme, Milano 2002)
«Nell'atto V il
protagonista non è divertente né melanconico: essere pronti, cioè
disponibili, è tutto. In tal modo, disarmando la critica morale,
Shakespeare assolve Amleto dalla strage finale. Le morti di Gertrude,
Laerte, Claudio e Amleto sono tutte causate dai «trucchi» di Claudio,
a differenza di quelle di Polonio, Ofelia, Rosencrantz e Guildenstern.
Quelle prime morti possono essere attribuite alla teatralità omicida
di Amleto, alla sua singolare combinazione dei ruoli di attore comico
e vendicatore. Nemmeno Claudio viene tuttavia ucciso in un gesto di
vendetta, ma solo come l'entropia finale dei trucchi escogitati.»
(H. Bloom,
Shakespeare, Milano 2001)