Ofelia: The glass of fashion…
(Atto III; sc.
1)
«Nei circoli intellettuali è diffuso un gioco di società basato
sull’associazione di parole, nel quale una squadra dice una parola
chiave e la squadra avversaria deve svelarne le associazioni, in
genere di natura licenziosa e oscena). Se in questo gioco la “chiave”
data fosse Amleto, non sorprenderebbe se oggi la
associazione più immediata fosse “PIGIAMA!” In tre messe in
scena degli ultimi dieci anni si è visto Amleto percorrere i corridoi
di Elsinore in abbigliamento notturno: in tutti e tre i costumi erano
moderni, e questo particolare è stato indubbiamente suggerito dalle
descrizioni che Ofelia fa dell’irruzione di Amleto nella camera di lei
col «corpetto slacciato… pallido come la sua camicia» (II, 1,
78-81). Ma quello che potrebbe sembrare un particolare
insignificante da cui prendere avvio, ha in realtà ripercussioni
notevoli. Entro le rigide formalità e il protocollo di una corte
rinascimentale, l’apparizione di Amleto (un principe) «slacciato» non
può che qualificarsi subito come atto sovversivo. Esige una
spiegazione (Polonio vi vede immediatamente la prova della pazzia di
Amleto), come ancor prima, il «semplice abito» «di colore notturno»
del suo prolungato lutto aveva suscitato commenti e domande in I. 2
(in quella scena, quando Claudio attira su Amleto l’attenzione di
tutti, Gertrude non si precipita forse con grande sollecitudine ad
associare gli abiti a lutto del figlio al suo stato emotivo, per
scongiurare più pericolosi sospetti sul suo comportamento?). In un
contesto rinascimentale l’aspetto dell’abito, se la scelta sfidava le
norme correnti, poteva essere giudicato come un atto politico.
Oggi l’abbigliamento non è più così carico di significato. Un Amleto
cui piaccia mostrarsi in pubblico in pigiama corre il rischio di
apparire infantile, o un “caso” psicologico, piuttosto che una
minaccia: una simile immagine nelle sue connotazioni moderne è priva
di risvolti politici.»
(R. Cave, Recenti messe in scena dell’Amleto in Inghilterra,
in Tradurre/Interpretare “Amleto”, Bologna 2002).