"Il Compagno segreto" - Lunario letterario.Numero 12, settembre 2007 

 


n. 12 °*° W. Shakespeare : Fantasmi di Amleto  °*° n. 12

12.  Lacrime e sangue

 


 

 

SECOND MURDERER – …Coscience… is a dangerous thing; it makes a man a coward…

(Richard III, Act I, sc. 4)

 

 

AMLETO – Non li ho sulla coscienza. Il loro guaio fu d’intrufolarsi.

(Atto V, sc. 2)

 

AMLETO – “Che ci sta a fare la gente come me, a strisciare tra il cielo e la terra?”

(Atto III, sc. 1)

 

  

Il fatto che Gesù perdoni uomini che «non sanno quello che fanno» (Luca, 23, 34), è il migliore degli argomenti possibili a favore dell’apocatastasi, più efficace di quelli neoplatonici del grande Origene (condannati nel 553 al Concilio di Costantinopoli!). Chi infatti sa ciò che combina in realtà? Neppure il diavolo! Ergo, tutti in paradiso.

 

«Quando io ballo, ballo; quando dormo, dormo…» (M. de Montaigne, Saggi, vol. III, Milano 1986): ovviamente non è poi così vero. Montaigne, che non teme la contraddizione, sa che non si devono fare «disegni di lunga durata, o almeno con tale intensità da affliggersi se non se ne vede la fine». Conclusione sua: «Noi siamo nati per agire» (Saggi, vol. I): agire cioè senza starci tanto a pensare, agire qui e ora. Ma anche di questa scappatoia conosce il contrario: «questa indole difficile mi rende sottile nella pratica degli uomini, mi fa scegliere con attenzione, e mi rende inetto alle azioni comuni» (Saggi, vol. III). Quindi?

 

Possibile morale: se vuoi fare qualcosa, che sia una cosa piccola e rapida: bazzecole, come gli omicidi nei sogni dei coniugi Macbeth. - Altrimenti, come la forbice che via via separa la luce dal suono e fa del tuono un rimbombo sempre più lento del lampo, il divorzio tra azione e pensiero non potrà che procedere inesorabile. - Nota bene: se questa similitudine della luce-azione ha un senso, ci dice anche che quando ci troviamo di fronte a una coincidenza tra ciò che si pensa e ciò che si fa, questa è un’illusione della percezione, cieca e sorda alle microfratture che però già da sé annunciano la catastrofe – qualcosa che si potrebbe, alla Shakespeare, chiamare coscienza.

 


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