"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 13  settembre 2007

 


 

n. 13 °*° W. Shakespeare : Fantasmi di Amleto  °*° n. 13

 

 48. I nomi

 

 

 

 


 «l’inverosimile schieramento»

  

«Oh Dio, Orazio, che nome ferito mi lascio dietro, se tutto resta ignorato.»

(Atto V, sc. 2)

 

 

«Hamlet e Gertrude anglicizzano Amleth(us) e Gerutha delle fonti. Claudius sembra suggerito dal famoso imperatore romano. Dei nomi latini, Horatio era nella Spanish Tragedy. Polonius sembra invenzione di Shakespeare. Laertes e Ophelia sono i nomi greci in questa nomenclatura internazionale: il primo dall’Odissea, il secondo dal greco opheléia (semplicità, innocenza), dato che non sembra lecito vedere il serpigno ophis nel nome della supplice Ofelia, ed è discussa la derivazione dal nome maschile del pastore Ofelìa, che assieme a Montano (il nome di Reynaldo nell’in-quarto del 1603) appare nell’Arcadia (1504) del Sannazaro. Altre componenti francesi (Foretinbras), danesi (Voltemand, Rosencrantz e Guildenstern), latino-olandesi (Cornelius), anglosassoni (Osric) e spagnolo-italianate (Barnanrdo, Francisco) completano l’inverosimile schieramento. Nella scena del cimitero entrano due contadini o rustici (clowns, ma il loro ruolo è anche quello del clowns teatrale). Di essi uno solo è becchino, quello dal cognome appropriato Delver. L’altro sarebbe un suo aiutante e sulla scena la sua “spalla”. L’università di Wittenberg è connessa a Lutero, ma per gli elisabettiani soprattutto dal Faustus di Marlowe, e secondo una battuta elisabettiana riportata da Yves Bonnefois è anche “il monte su cui cresce l’ingegno (wit)”.

Il tempo drammatico è il presente, qui e ora. In esso si riversa il tempo della fabula e delle fonti, per cui quel presente è anche un presente storico: l’azione che si svolge ora sulla scena è già avvenuta una volta per sempre in illo tempore, nel mitico passato vichingo. In realtà, il tempo drammatico è assoluto, irrealistico, simbolico. E’ un tempo, inoltre, che sopporta irruzioni del tempo reale (frame-breaks, spezzature della cornice drammatica) come nelle scene con gli attori il cui referente è la situazione teatrale nella Londra elisabettiana.»

 

(N. D’Agostino, Nota a W. Shakespeare, Amleto, Milano 2004)


 

torna su

 

 

torna a