"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 13  settembre 2007

 


 

n. 13 °*° W. Shakespeare : Fantasmi di Amleto  °*° n. 13

 

 43. Sillogismi passeracei

 

 

 

 


 

AMLETO - Noi sfidiamo i presagi. C’è una speciale provvidenza nella caduta di un passero. Se è ora, non è a venire. Se non è a venire, sarà ora; se non è ora pure è a venire. Essere pronti è tutto. Poiché nessun uomo sa nulla di ciò che lascia, che è lasciare prima del tempo? Sia come sia.

(Atto V, sc. 2)

 

«Nella discussione si serve di antitesi persuasive, di aut-aut categorici. Ecco perché si fa sempre capire, non si preoccupa del rigore dei suoi discorsi.»

(K. Jaspers, Genio e follia, Milano 2001)

 

 

Perché Amleto non dice «se non sarà ora, non sarà mai» invece di «se non è ora dovrà pur succedere» (Atto V, sc. 2, 218)? Perché si nega il banale «o adesso o mai più»?

A essere un po’ più sofistici, anche un induttivista appena rigoroso, come tocca essere all’uomo povero di certezze universali, troverà più plausibile un se non è ancora accaduto difficile che accada che il contrario! Il «se ora comunque succederà più in là» è il tipico ragionamento che porta sul lastrico legioni di famiglie di giocatori ostinati nella certezza che «la ruota girerà»…

 

E poi, se accadrà comunque, perché dire alla fine «The readiness is all»? A che serve essere pronti a qualcosa che accadrà comunque? Cosa cambia se accadrà comunque? – Di nuovo Amleto, più che un filosofo, è un retore della filosofia, e insomma un sofista, o semplicemente un talentuoso studente fuoricorso che ama la posa gnomica e ci crede anche quando potrebbe risparmiarsela… - In genere, sono così umani troppo umani i personaggi di Shakespeare da essere sempre portati – cecità e sentimento – a fare della logica lo zimbello del loro umore: sillogizzano per darsi forza, per credere in ciò in cui credono già.


 

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