Francisco - Non s’è
mosso un topo.
(Atto I, sc.
1)
E’ un topos dell’Amleto, il
topo.
E’ il primo animale ed il più
emblematico degli animali citato in un dramma il cui
bestiario è ampio come un’arca di Noè. Tutti sappiamo
che il dramma che deve offrire lo specchio al delitto di Claudio
s’intitola
La trappola per topi
(«E che tropo, per la Madonna!», Atto III, sc. 2.
In originale: «KING: What
do you call the play? – HAMLET: The Mouse-trap. Marry, how?
Tropically.»).
Nel concitatissimo disperato colloquio
di Amleto con la madre, il lancinantissimo figlio entra in particolari che
proprio non sarebbe il caso: «Lascia che il gonfio re ti tenti di nuovo a
letto, ti pizzichi le guance con lascivia, ti chiami la sua topina» («his
mouse», Atto III, sc. 4),
confessando definitivamente quanto la materna topina conti per il cuore
del dramma.
Come se non bastasse, quando s’accorge
che tutto quel morboso colloquio è stato spiato da qualcuno nascosto
dietro un arazzo, ci si avventa e l’infilza, benché mirando ad altezza
d’uomo, urlando Al topo al topo! («Come! un topo? Morto,
scommetto un ducato, morto!», Ibid.), e così uccide Polonio. -
Chiaro che sperasse d’aver reciso un Re e non un Ratto («Regina: Che hai
tu fatto? - Amleto: Mah, non lo so, è il re?, Ibid.). Ratto
mancato. Ma così, detto fatto, passerà - era ora - per matto: «come il
mare e il vento che gareggiano a chi è il più forte» (Atto IV, sc. 1).