OFELIA – Bene, Dio
vi remuneri. Dicono che la civetta era figlia di un fornaio. Signore, noi
sappiamo ciò che siamo, ma non sappiamo ciò che possiamo essere.
(Atto IV, sc. 5)
Shakespeare
fa dire alla casta Ofelia: «The
say the owl was a baker’s daughter», che potrebbe ben tradursi:
«Dicono che la civetta fosse una puttana». Serpieri, che traduce
come vedi sopra, infatti glossa: «La frase sembra riferirsi alla leggenda
popolare della figlia del fornaio che rifiutò a Cristo un pane grosso
riservandogliene uno piccolo e, per questo, venne trasformata in civetta o
in gufo. L’allusione ha più di un senso: la civetta era simbolo di lutto
(e qui la morte del padre), la figlia del fornaio era una perifrasi per
prostituta (degradazione dell’eros). I due temi – morte infelice e non
compianta, eros degradato o deluso – costituiscono i due fili costanti
della follia di Ofelia (Amleto, Venezia 2003).
La scurrilità di Ofelia ferì il poco
casto Goethe («Che cosa significano quei doppi sensi, quelle
sciocchezze lascive sulle labbra di una giovane nobildonna?»,
Wilhelm Meister. Gli anni dell’apprendistato): altri tempi. Ma anche
oggi, nell’Italia vallettopola e pornolalica, le traduzioni ci
vanno più piano che possono: così, quando Shakespeare piazza in bocca a
Ofelia demente un doppio senso, il traduttore sceglie sempre il più
aulico, caso mai riservando il resto in nota.
Quando, quasi subito dopo la civetta,
la spiritata fanciulla canta: «Young men will do’t if they come to’t, / By
Cock, they are to blame», che si potrebbe rendere con
I giovani come possono lo fanno,
Cazzo, se non son da svergognare.
Color che sanno traducono così:
A. Serpieri
(Marsilio):
«Quando possono, i giovani lo fanno, / cribbio biasimati loro vanno.»
A. Lombardo (Feltrinelli):
«Se capita, i giovani lo fanno / Come pene meritano rampogne.»
M. d’Amico
(Baldini Castoldi):
«Malgrado sia disdoro, / tutti i giovani ci sguazzano.»
C. V. Lodovici
(Einaudi):
««Lo fanno sì, i giovanotti, se ci si trovano; / Ma, gallo! – all’anima
loro!»
N. D’Agostino
(Garzanti):
«I ragazzi lo fan se càpita - / pen di Dio, è colpa loro.»
E. Montale (Mondadori):
«Fa il gallo il giovanotto, / e non si dà pensiero.»
L. Squarzina
(Newton & Compton):
«Il giovanotto se lo può lo fa / di chi è la colpa?»
R. Piccoli (Sansoni):
«Lo fanno i giovani, se ci si trovano; / perdinci, abbian rampogna!»
Le note a margine, ma non tutti le
fanno, per giustificare la traduzione di By Cock sono
sintomatiche.