«se la sua colpa
occulta non si stana…»
(Atto III; sc.
2)
«…penso dove non sono, sono dove non penso»
(J. LACAN, Il Seminario. L’Io nella teoria di Freud e nella tecnica
della psicoanalisi)
«Sono in un’ignoranza spaventosa di tutto.»
(B. Pascal, Pensieri)
La filosofia non nasce dalla paura?
«Thauma» diceva Aristotele in Metafisica, 982 b 13.
- Per uscire dall’angoscia e dalla mortificazione di sé, Amleto
costruisce la macchina sperimentale della «trappola»: un esperimento,
in cui le cavie – qui parrebbe profetico esageratamente – sono
chiamati «topi» (Atto III, sc. 2). - Una macchina della verità
senza elettrodi e diagrammi, ma che per segni fisiognomici non
evitabili né equivocabili tradirà o Claudio - e forse sua madre - o lo
Spettro: «se la sua colpa occulta non si stana a un certo discorso, è
uno spettro dannato quello che noi abbiam visto» (Atto III, sc. 2).
«Il dramma è la cosa in cui io
accalappierò la coscienza del re» (Atto II, sc. 2): ultime
parole dell’Atto secondo, prima volta in cui Amleto chiama
l’usurpatore «Re». - Non è detto, a cose fatte, che «la trappola»
abbia funzionato meglio delle macchine che Will Coyote compra
dalla TNT per vincere lo struzzo, perché «la verità e la falsità non
possono essere che nell’intelletto» (Cartesio, Regola VIII).
Intanto, è il «metodo» che conta.
…anche se: «Metodo, Metodo, che mai
mi chiedi? Tu ben sai che ho morso il frutto dell’Incoscienza! »
(Jules Laforgue,
Amleto, ovvero Le conseguenze della pietà filiale).