«AMLETO - …l’errore è
credere che l’oracolo avverta; l’oracolo è veritiero, perché è l’unico
modo di perderci.
OFELIA
– Ma quando l’ombra di tuo padre…
AMLETO
– Se Edipo ha ragione, ed è chiaro che ha ragione, l’ombra del mio
così detto padre mi ha dato alcune informazioni che mi hanno spinto a
compiere dei gesti che altrimenti non avrei mai osato compiere. Che io
odiassi il mondo, è pacifico; ma non avrei creato un tale
stravolgimento da portare a morte tuo padre, Ofelia, te, tuo fratello,
mia madre e il suo sposo. Ma non era questo l’attentato che doveva
essere portato a termine? Il fantasma di mio padre era l’oracolo; il
fatto che dicesse il vero – se l’ha detto – era incidentale: se era la
verità, serviva solo far compiere alcuni gesti colpevoli ai colpevoli,
senza alcun giudizio sulla loro colpevolezza; se era falso, serviva
solo a farmi agire in modo tale che gli innocenti si sentissero
colpevoli, è una cosa facile, addirittura ovvia, e pertanto
sbagliassero le loro mosse e fossero impreparati nel momento in cui
colpivo; né io avrei potuto colpire se non avessi saputo, non so se
fondatamente, o meno, che essi erano colpevoli; d’altra parte, la loro
colpevolezza mi serviva, perché mi spiegava perché il mondo era
odioso. Troppe coincidenze; anch’io sono caduto nella trappola
dell’attentato. Non vorrei annoiarvi, ma lei, Gesù, che ne dice di
questa faccenda delle profezie? Mi pare che sia una questione che la
riguarda da vicino.
GESU’
– Stavo considerando che noi tutti siamo giunti ad una certa
conclusione, chiamiamola morte, accompagnati per mano da moniti,
oracoli e profezie.
AMLETO
– Nel suo caso… era tutto chiaro, nevvero.
GESU’
– E’ lo stesso problema di Edipo e suo, caro Amleto: non poteva essere
chiaro, altrimenti non avrebbe agito.»
(G. Manganelli, High tea, in Tragedie
da leggere, Torino 2005)