Che riassunto perfetto! E che
commovente quel figlio «smarrito nel tempo e nella passione»…
Applausi: «Uomini e donne e coppie, ammireranno i miei scrupoli…» (Jules
Laforgue, Amleto, ovvero Le conseguenze della pietà filiale)…
anche se lo specchio di questo Narciso fosse il fiumiciattolo di
Ofelia? Ofelia che fu così svelta, invece. Ma lei era una donna e
questo forse non vale, perché «il pensiero di una donna è sempre in
anticipo sulle sue azioni» (A piacer vostro, Atto IV, sc. 2).
Senza che nulla s’anticipi, il tempo
passa: è un primo innegabile risultato. L’obbedienza del figlio è così
lenta da essere di fatto una disobbedienza: «ma fintantoché,
esteriormente, obbediva ai loro desideri, riusciva a evitare l’ansia»(R.
D. Laing, L’io diviso, Torino 1969): è un trucco che
conosciamo. – Per voler fare gli scrupolosi, per voler fare le cose
per bene, in realtà si disfa tutto.
Del resto, anche che non accada
proprio niente rientra tra gli esiti più possibili. Rispetto
all’affare della vendetta, Amleto vive in attesa di un incidente: di
un casus ex-machina.
«Come
si tratta di considerare
sistematicamente
il ruolo dell’empirico nel trascendentale, così si tratta di
considerare necessariamente il trascendentale nell’empirico. (…) La
legge che ne risulta è: se qualcosa è possibile, allora
necessariamente bisogna tenerne conto, e questa possibilità non è un
accidente, ma rientra nell’essenza della cosa.» (M. Ferraris,
Introduzione a Derrida, Bari 2005). Dunque, se si può fare,
è: ontologia del poter essere. Non ci piove: Io sono un
potenziale assassino. Lo sono già da sempre. Bello: quindi? La mia
voglia di sangue ha fatto un giro per niente.
«E via via ho cestinato tutti i
dubbi (da Lo spettro che ho veduto potrebbe essere un diavolo…,
voglio far recitare a questi attori… etc., fino all’essere o
non essere del dilemma), risibili pezzetti del “copione”
originale di scena (grumi cartacei della principesca coscienza
ibrida) nelle tasche d’un sempre più disgustato Orazio…» (C. Bene,
Opere, Milano 2002).