"Il Compagno segreto" - Lunario letterario.Numero 13, settembre 2007 


n. 13 °*° W. Shakespeare : Fantasmi di Amleto  °*° n. 13

39.  Scrupoli e crepuscoli

 


(empirìa, trascendenza)

 

 

 

AMLETO (allo Spettro) Non vieni a sgridare il tuo lento figlio

Che, smarrito nel tempo e nella passione,

si lascia sfuggire l’urgente adempimento

del tuo tremendo comando?

(Atto III, sc. 4)

 

  

 

Che riassunto perfetto! E che commovente quel figlio «smarrito nel tempo e nella passione»…  Applausi: «Uomini e donne e coppie, ammireranno i miei scrupoli…» (Jules Laforgue, Amleto, ovvero Le conseguenze della pietà filiale)… anche se lo specchio di questo Narciso fosse il fiumiciattolo di Ofelia? Ofelia che fu così svelta, invece. Ma lei era una donna e questo forse non vale, perché «il pensiero di una donna è sempre in anticipo sulle sue azioni» (A piacer vostro, Atto IV, sc. 2).

 

Senza che nulla s’anticipi, il tempo passa: è un primo innegabile risultato. L’obbedienza del figlio è così lenta da essere di fatto una disobbedienza: «ma fintantoché, esteriormente, obbediva ai loro desideri, riusciva a evitare l’ansia»(R. D. Laing, L’io diviso, Torino 1969): è un trucco che conosciamo. – Per voler fare gli scrupolosi, per voler fare le cose per bene, in realtà si disfa tutto. 

Del resto, anche che non accada proprio niente rientra tra gli esiti più possibili. Rispetto all’affare della vendetta, Amleto vive in attesa di un incidente: di un casus ex-machina.

 

«Come si tratta di considerare sistematicamente il ruolo dell’empirico nel trascendentale, così si tratta di considerare necessariamente il trascendentale nell’empirico. (…) La legge che ne risulta è: se qualcosa è possibile, allora necessariamente bisogna tenerne conto, e questa possibilità non è un accidente, ma rientra nell’essenza della cosa.» (M. Ferraris, Introduzione a Derrida, Bari 2005). Dunque, se si può fare, è: ontologia del poter essere. Non ci piove: Io sono un potenziale assassino. Lo sono già da sempre. Bello: quindi? La mia voglia di sangue ha fatto un giro per niente.

 

«E via via ho cestinato tutti i dubbi (da Lo spettro che ho veduto potrebbe essere un diavolo…, voglio far recitare a questi attori… etc., fino all’essere o non essere del dilemma), risibili pezzetti del “copione” originale di scena (grumi cartacei della principesca coscienza ibrida) nelle tasche d’un sempre più disgustato Orazio…» (C. Bene, Opere, Milano 2002).


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