AMLETO - Essere
pronti è tutto.
(Atto V, sc. 2)
Mentre l’Automa Amleto s’ingegna
per una vita inopinatamente da farsi (obbedire a un fantasma!),
tiene petrarchescamente un resto d’Anima più extra-animale e
subliminale per sé e per il nulla: per filare e sbavare – è una
vocazione? - il filo di seta della sua fastosa lunarità; oppure per
giocare a qualunque cosa – scherma, teatro, teologia – purché sia
chiaramente e dichiaratamente un gioco.
Da quell’urna di inconfessabile
Non-Essere, buco impresentabile a papà se non altro perché, benché
avulso da Regno e Governo è pur sempre troppo vigile e prolettico,
Amleto coltiva il non luogo a procedere: almeno a non procedere col
cuore.
Capiàmolo: non è che un figlio. Né
fin qua vi sarebbero guai o dissonanze: il povero protervo papà dalle
orecchie avvelenate non pretende – opinione minimalista di monarca
protostorico – il cuore di Amleto, ma una sola azione!
E infatti: l’ottuso Babbo Fantasma
non è interessato che il figlio gli dia fede, tant’è che non
s’offende a vederlo dubitare di lui: egli è un Babbo, e gli
basta che obbedisca.
Ma il figlio non capisce, per cui
sbaglia, intanto, un’altra battuta: ché l’obbedienza, non
l’azione, è tutto! – Codesto è il punto su cui i padri patrigni e zii,
per il resto ferocemente discordi di questa serie di faide incrociate
si ritrovano odiosamente tutti dalla stessa parte: Amleto e
Fortebraccio senior, Polonio, Claudio… i padri tengono
inchiodata la marcia Scandinavia al suo medioevo pedagogico mica per
niente.
«Appunto», direbbero Macbeth, Bruto
e tanti altri shakespeariani eroi del far troppo sapendolo: signori
però, che, a differenza di Amleto, non hanno studiato a Wittenberg.
Malgrado Benjamin, dei frutti di quella rivoluzionaria
Università a questo punto è inevitabile dubitare. Lì infatti il frate
agostiniano che esordì alla grande con le celeberrime Tesi contro le
indulgenze, già da subito ex catedra insisteva che, al cospetto
vertiginoso di Dio, non sono le miserrime opere degli uomini
che salvano o dannano, ma Dio stesso!… - Ora, a Amleto papà di Amleto
figlio basta quello che Macbeth pretende da se stesso: un’opera
sola fatta bene e presto.
E’ proprio il contrario di sant’Agostino:
fallo, e ama chi vuoi!
E’ una logica che ci suona così
familiare che pare di esserci: anche l’etica dello Stato e del
capitalismo, a differenza di quella calvinista, non richiedono la
grazia che Amleto sembra pretendere da se stesso per santamente
sgozzare l’assassino di papà. Stato e capitalismo, ben più adulti e
saputi, s’accontentano di prestazioni prostitute e orgasmi fittizi.
Niente sempre esagerate adesioni del cuore, ma il rispetto delle
scadenze sì. – Ah, liberalità dell’Occidente! Solo nel caso di difetto
su questi brevi semplici punti la faccenda diventerà feroce, ma non su
altri.