"Il Compagno segreto" - Lunario letterario.Numero 12, settembre 2007 


n. 12 °*° W. Shakespeare : Fantasmi di Amleto  °*° n. 12

11.  Onestà e bellezza

 


 

AMLETO - Ti ho amato un tempo. (….) Non ti ho amata.

(Atto III, sc. 1)

 

AMLETO – Vattene in convento!

(Ibid.)

 

Nessun terzo comodo tra i due. Poiché Ofelia è bella, non potrà che essere puttana quanto meno in inevitabile potenza, per inesorabile entelechia donnesca. E poiché non si dà scelta tra essere o non essere bella, neppure potrà darsi tra essere o non essere onesta. No question, per Ofelia, puttana quanto meno futura. (Futura Gertrude!). – Ma, se si è virtuosi solo in carenza di bellezza e di tentazioni, la sola virtù plausibile sarà quella coatta dei bruttoni. Kafka direbbe subito: allora non vale. Come non esser ladro solo per assenza d’occasione. Si radicalizza – addirittura! – l’apoftegma di Manganelli, secondo il quale l’essere donna è il primo indispensabile passo per diventarlo, puttana: essere bella, per il misogino amletico, non solo accelera la carriera ma la rende una missione inevitabile: non sfuggibile. Diventa quindi patetica l’orribilmente ripetuta raccomandazione alla povera ragazza di precipitarsi, non si capisce bene se in un convento o in un bordello, volendo dire «nunnery» sia l’uno che l’altro («Get thee to a nunnery», Atto III, sc. 1, 121). Un matrimonio eventuale sarebbe poi il coronamento insuperabile di una così catastrofica rivelazione di sé: puttana fertile, generatrice di pargoli (futuri clienti di puttane) e di femmine.

 


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