AMLETO - Ti ho amato un tempo. (….) Non ti ho amata.
(Atto III, sc. 1)
AMLETO – Vattene in convento!
(Ibid.)
Nessun terzo
comodo tra i due. Poiché Ofelia è bella, non potrà che essere puttana
quanto meno in inevitabile potenza, per inesorabile entelechia
donnesca. E poiché non si dà scelta tra essere o non essere bella,
neppure potrà darsi tra essere o non essere onesta.
No question, per Ofelia, puttana quanto meno futura. (Futura
Gertrude!). – Ma, se si è virtuosi solo in carenza di bellezza e di
tentazioni, la sola virtù plausibile sarà quella coatta dei bruttoni.
Kafka direbbe subito: allora non vale. Come non esser ladro
solo per assenza d’occasione. Si radicalizza – addirittura! –
l’apoftegma di Manganelli, secondo il quale l’essere donna è il
primo indispensabile passo per diventarlo, puttana: essere bella, per
il misogino amletico, non solo accelera la carriera ma la rende una
missione inevitabile: non sfuggibile. Diventa quindi patetica
l’orribilmente ripetuta raccomandazione alla povera ragazza di
precipitarsi, non si capisce bene se in un convento o in un bordello,
volendo dire «nunnery» sia l’uno che l’altro («Get thee to a nunnery»,
Atto III, sc. 1, 121). Un matrimonio eventuale sarebbe poi il
coronamento insuperabile di una così catastrofica rivelazione di sé:
puttana fertile, generatrice di pargoli (futuri clienti di puttane) e
di femmine.