«Nessuno, che io sappia, ha
notato finora che Hamlet e Agamennone
hanno inizio con la stessa scena d’una sentinella che veglia sulla
reggia dov’è atteso il ritorno del re ch’è stato e di quello che
sarà vittima..»
(G. Baldini, Manualetto
shakespeariano, Torino 1967) 352
Per un uomo che ti uccide il
padre e sposa la madre, due sono le strade della vendetta: «una è
quella di Oreste nella leggenda greca e nella tragedia di
Eschilo: il figlio uccide sia l’assassino sia la madre.
L’altra via è seguita dall’Amleth della saga nordica, che
Shakespeare conobbe ed utilizzò: il figlio si allea con la madre,
ed, entrambi, insieme, uccidono l’assassino.»
(C. Schmitt, Amleto o
Ecuba, Bologna 1983)
«La guerra di Troia per es. ha
a suo inizio il ratto di Elena; Agamennone poi sacrifica Ifigenia,
offendendo così la madre, perché ha ucciso la più cara delle
figlie; Clitennestra assassina perciò il marito; Oreste, per
vendicarsi dell’assassinio del padre e re, uccide la madre.
Egualmente, nell’Amleto, il padre è soppresso
perfidamente e la madre di Amleto oltraggia i Mani dell’ucciso con
lo sposare subito l’assassino.»
(G. W. F. Hegel, Estetica)
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«Nella tragedia greca la
fantasia è quanto mai misurata: non già perché essa manchi, come
dimostra la commedia, ma per un principio cosciente. La sua
antitesi è costituita dalla tragedia inglese, con il suo realismo
fantastico: quest’ultima è assai più giovanile, più impetuosa, più
dionisiaca, più ebbra di sogno.»
(F.
Nietzsche, Frammenti postumi. Vol. I: Autunno
1869-Aprile 1871, Milano 2004)
«Lo spettro è, in certo modo,
il simbolo o almeno il coagulo di una nozione storica non
documentata, ma solo registrata nella verisimiglianza nella
probabilità, nel risentimento profondo dei cuori.
Donde avviene che le parole
«prova» e «azione» sono quelle che più ritornano sulle labbra di
Amleto, che fanno di lui senza dubbio l’Elettra-Oreste dei
romantici, quando per eroe romantico si debba intendere l’uomo
invasato dalla missione ricostitutrice (d’una realtà morale del
mondo), l’uomo chiamato, predestinato ad agire moralmente.»
(C. E. Gadda, I viaggi la
morte)
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