"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 12, settembre 2007                                        

           

             n. 12 °*° William Shakespeare: Spettro delle mie brame - fantasmi di Amleto  °*° n. 12

 


 

 

7. Artaud

 

 


 

«Ogni opera è di tutti i tempi»

(A. ARTAUD, Il teatro e il suo doppio)

 

 

«Se la folla si è disabituata ad andare a teatro; se tutti siamo arrivati a considerare il teatro un’arte inferiore, un mezzo volgare di distrazione, e a servircene come sfogo per i nostri istinti peggiori, ciò accade perché ci hanno troppo stesso ripetuto che era teatro, cioè menzogna e illusione. Perché da quattrocento anni, vale a dire dal Rinascimento in poi, ci hanno abituati a un teatro puramente descrittivo e narrativo, che racconta soltanto psicologia.

Perché ci si è ingegnati a far vivere sulla scena degli esseri plausibili ma distaccati, con lo spettacolo da una parte e il pubblico dall’altra – e si è mostrato alla folla soltanto lo specchio di ciò che essa è.

Lo stesso Shakespeare è responsabile di questa aberrazione e di questa decadenza, di questa idea disinteressata del teatro che impone a una rappresentazione di lasciare intatto il pubblico, senza mai proporgli un’immagine che lo scuota alle fondamenta del suo organismo e segni su di lui un’impronta incancellabile.

Se in Shakespeare l’uomo si preoccupa talvolta di ciò che lo trascende, si tratta sempre in fin dei conti delle conseguenze che questa preoccupazione provoca nell’uomo, di psicologia insomma.»

 

(A. Artaud, Il teatro e il suo doppio)


 

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