«Ora, su un’immensa terrazza di Elsinore, che va da Basilea a
Colonia, che tocca le sabbie di Newport, le paludi della Somme, i
gessi di Champagne, i graniti di Alsazia – l’Amleto europeo guarda
migliaia di spettri. Ma è un Amleto intellettuale. Medita sulla vita
e sulla morte delle verità. Ha per fantasma tutti gli oggetti delle
nostre controversie; per rimorso tutti i titoli della nostra gloria
(…). Se tocca un teschio, è un teschio illustre. – Whose was it?
– Quello fu Leonardo. (…) E quest’altro teschio è quello
di Leibniz che sognò la pace universale. E quello fu Kant
qui genuit Hegel, qui genuit Marx, qui genuit… Amleto non sa
bene che farsene d tutti questi teschi. Ma se li abbandona!…
Smetterà di essere se stesso.» ’
(P. Valéry, La Crisi della coscienza europea, 1919)
L’uomo
che si specchia ha il suo mito: Narciso. Valéry ne fa un anti-Amleto,
e modificando una sola congiunzione (la «e» al posto della «o»)
cambia di senso il famoso monologo: «Essere e non essere, ecco la
vera question. Poiché fra essere o non essere non c’è
alcun problema.»
Su Paul Valéry, tutto il
n. 10 del c.s.