"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 13, settembre 2007                                         

 

          n. 13 °*°  William Shakespeare: Spettro delle mie brame - fantasmi di Amleto °*° n. 13

 


 

 

58. Mario Praz

 

 


 

«La vitalità di questo seme per riprendere la nostra immagine iniziale, è tale, che, provatevi a dare il dramma in qualsiasi costume, come si è provato (costumi di Cranach, o costumi vittoriani, o costumi moderni), il dramma resiste; datelo nelle più approssimative e spropositate versioni, come spesso lo si dà tra noi, e il dramma resiste; massacratelo, gualcitelo nelle più assurde interpretazioni, e pochi concorderanno con Charles Lamb[*] il quale confessava più d’un secolo fa che tutte le lucentezze dell’opera erano state così manomesse e conciate dalla declamazione di uomini e di ragazzi, che per lui eran diventate come membra assolutamente inerti: pochi saranno così schifiltosi; la maggioranza, dopo aver sentito bistrattare Amleto dai peggiori guitti, ritornerà a sentirlo. Poiché la grande voga di Amleto data dal periodo romantico, può essere che il segreto del suo potere risieda nel suo carattere enigmatico. “Un’opera enigmatica”, aveva già detto lo Schlegel, che somiglia a quelle equazioni irrazionali in cui sempre rimane una frazione di grandezza sconosciuta che non ammette soluzione alcuna”.»

 

(M. Praz, Prefazione a J. Kott, Shakespeare nostro contemporaneo, Milano 2006)

 

[*] On the Tragedies of Shakespeare, considered with reference to theri fitness for Stage Representetion


 

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