"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 13, settembre 2007                                         

 

          n. 13 °*°  William Shakespeare: Spettro delle mie brame - fantasmi di Amleto °*° n. 13

 


 

 

56. Sarah Bernhardt

 

 


 

Non fu neppure la prima.

Giacinta Pezzana aveva già avuto successo facendo Amleto in America nel 1878. Sarah Bernhardt, già Ofelia e già maschio in Lorenzaccio e L’Aiglon, debuttò da Amleto a cinquantacinque anni e tenne il ruolo fino alla morte a ottant’anni.

 

«Immaginava uno scolaro venticinquenne, non ‘un triste professore di Wittenberg’, l’elsa della spada in una mano e un libro nell’altra; era per lei un uomo che decideva di compiere il suo dovere, vendicando l’assassinio del padre; non era folle ma singolarmente sensato e lucido, tanto che sapeva mascherare il suo pensiero per raggiungere lo scopo. Univa i tratti virili della tenacia, della forza e della lucidità con l’apparenza debole, femminile. Così il suo Amleto, pur semplificato nell’identità intellettuale a vantaggio di quella emotiva, restava una presenza complessa: ‘uno spirito pratico e un povero essere che temeva, alla fine del dramma, di essere assassinato’; un eroe incline agli scatti di nervi, più violento che debole, umanizzato dalla giovinezza e dalla semplicità (sicché questo gioco di contrasti avvalorava il suo travestimento). L’attrice, inoltre, accentuava sia l’elemento d’intrigo sia la presenza della commedia nella tragedia.»

(Laura Mariani, Sarah Bernhardt, Colette e l’arte del travestimento, Bologna 1996)


 

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