«Amleto era circondato da un’aura
numinosa, a lui conducevano molti indizi. Fu tuttavia una sorpresa
trovare dietro la maschera una potenza cosmica antica che tutto
abbracciava: l’originario signore della vagheggiata prima età del
mondo.
Eppure, in tutti i suoi aspetti
egli è rimasto stranamente se stesso. L’Amlóði originale –
tale era il suo nome nella leggenda islandese – manifesta le stesse
caratteristiche di malinconia e di elevato intelletto; anch’egli è
un figlio votato alla vendetta del padre, un proferitore di
enigmatiche ma inevitabili verità, uno sfuggente portatore di Fato
che, una volta compiuta la sua missione, deve cedere le armi e
ridiscendere nell’occultamento degli abissi del tempo ai quali
appartiene: Signore dell’Età dell’Oro, Re nel Passato e nel Futuro.»
(…)
«Nelle rozze e vivide immagini
delle popolazioni scandinave Amlóði
si distingueva per il possesso di
un mulino favoloso dalla cui macina ai suoi tempi uscivano pace e
abbondanza. Più tardi, in tempi di decadenza, il mulino macinò sale;
ora infine, essendo caduto in fondo al mare macina le rocce e la
sabbia creando un vasto gorgo, il Maelstrom («la corrente che
macina», dal verbo mala, «macinare»), ritenuto uno delle vie
che conducono alla terra dei morti. Questo nucleo di immagini, come
rivela una serie di fatti, rappresenta un processo astronomico, lo
spostamento secolare del sole attraverso i segni dello zodiaco che
determina l’età del mondo, assommanti ciascuna a migliaia di anni.
Ogni età porta con sé un’Era del mondo, un Crepuscolo degli Dei: le
grandi strutture crollano, vacillano i pilastri che sostenevano la
grande fabbrica, diluvi e cataclismi annunziano il plasmarsi di un
mondo nuovo.»
(G. de Santillana – H. von
Dechend, Il mulino di Amleto, Milano 2003)