"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 12, settembre 2007                                         


 

 n. 12 °*° William Shakespeare: Spettro delle mie brame - fantasmi di Amleto  °*° n. 12

 


 

 

30. Sartre (& Freud)

(Super-Sartre, Super-padre, Super-io)

 

 

 

 


 

 

ORAZIO - Lho visto una volta. Un vero re.

AMLETO - Un uomo, in tutto e per tutto. Non ne vedrò luguale.

(Atto I, sc. 2)

 

 

«Un buon padre non esiste, è la norma; non si accusino gli uomini bensì il legame di paternità che è marcio. Far figli, non c’è cosa migliore; averne, che cosa iniqua! Se fosse vissuto, mio padre si sarebbe steso lungo sopra di me e m’avrebbe schiacciato. Per fortuna è morto prematuramente; fra gli Enea che portano in spalle i loro Anchise, io passo da una riva all’altra, solo e detestando quei genitori invisibili che cavalcano i loro figli per tutta la vita; ho lasciato dietro di me un giovane morto che non ebbe il tempo d’essere mio padre e che potrebbe essere, oggi, mio figlio. Fu un male o un bene? Non lo so; ma sottoscrivo volentieri il verdetto d’un eminente psicanalista: io non ho un Super-io.»

(J.-P. Sartre, Le parole, 1964)

 

«Contro l’autorità che impedì al bambino i primi ma più importanti soddisfacimenti, si dovette sviluppare in lui una considerevole dose di aggressività, a prescindere dal tipo di sacrifici pulsionali che gli venivano richiesti. Costretto dalla necessità, il bambino dovette rinunciare a soddisfare i suoi desideri aggressivi di vendetta. Per sbrogliarsi da questa posizione economica difficile, il bambino fa ricorso a meccanismi ben noti, assorbendo in sé per mezzo dell’identificazione questa autorità inattaccabile; essa diviene allora il Super-Io e si appropria di tutta l’aggressività che chiunque da bambino volentieri le eserciterebbe contro. All’Io del bambino non resta che fare la parte meschina dell’autorità così sminuita, ossia del padre.»

(S. Freud, Il disagio della civiltà, 1929)


 

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