"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 12, settembre 2007                                       

 

              n. 12 °*° William Shakespeare: Spettro delle mie brame - fantasmi di Amleto  °*° n. 12

 


 

 

16. Erasmo da Rotterdam

 

 

 


 

JAQUES - Tutto il mondo è un teatro e tutti gli uomini e le donne non sono che attori. Essi hanno le loro uscite e le loro entrate. Una stessa persona, nella sua vita, rappresenta parecchie parti, poiché sette età costituiscono gli atti.

(A piacer vostro, Atto II, sc. 7)

 

«E, attori carissimi, non mangiate né aglio né cipolla.”

(Sogno d’una notte di mezza estate, Atto IV, sc. 2)

 

 

«Se qualcuno tentasse di togliere la maschera agli attori mentre recitano sulla scena e di mostrare così agli spettatori le loro facce vere e naturali, non sconvolgerebbe tutto quanto lo spettacolo e non meriterebbe che lo scacciassero a sassate dal teatro come un forsennato? Tutto infatti prenderebbe improvvisamente un nuovo aspetto: chi era re si rivelerebbe a un tratto schiavo, e chi era dio un omuncolo. Ma il togliere quell’errore equivale a turbare tutto lo spettacolo. Proprio quella finzione e quell’inganno sono ciò che incatena gli sguardi degli spettatori. Orbene, che altro è tutta la vita umana se non una commedia, nella quale i personaggi si presentano celati chi sotto una maschera, chi sotto un’altra, e ciascuno rappresenta la propria parte, fino a che il direttore lo fa uscire di scena? Spesso però questo direttore fa comparire lo stesso attore sotto diversi travestimenti, così che quegli che poc’anzi rappresentava un re in manto di porpora, e ora è un piccolo schiavo cencioso. Tutto è finzione, ma questa commedia non si può rappresentare in altro modo.»

 

(Erasmo da Rotterdam, Elogio della follia, cap. XXIX)


 

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