«…Shakespeare fece la parte di Adamo in Come vi piace,
oltre a quella dello spettro di Amleto: parti dignitose di
persone con un piede, o già tutt’e due, nella fossa.»
(Paul
Hentzner. Hentzner’s Travels, 1598)
«Le lacrime
dell’attore scendono dal suo cervello.»
(D. Diderot,
Il paradosso dell’attore)
«L’attore moderno »non recita, ma vive (magari!)
sulla scena. Egli non comprende la parola magica
recitazione, perché un imitatore non è in grado di
elevarsi fino alla improvvisazione, che si basa su un
intrecciarsi e un alternarsi infinitamente vario dei mezzi
tecnici acquisiti dall’istrione.»
(C.
Bene, Opere, Milano 2002)
«E in che
consiste, in conclusione, il vero talento? Nel conoscere a
fondo le manifestazioni esteriori di quest’anima presa a
prestito.»
(D. Diderot,
Il paradosso dell’attore)
«Singolarmente, tutti cercano di identificarsi con Amleto,
comprese le attrici – e fu proprio mentre recitava nei panni
di Amleto che Sarah Bernhardt, non mi duole affatto
ricordarlo, si ruppe una gamba.»
(W.
H. Auden, Lezioni su Shakespeare)
Certo
considera però l’attore come un artista creativo?
«Sì»,
rispose il signor Wilde con un certo pathos nella voce,
«terribilmente creativo… terribilmente creativo!»
(O.
Wilde, intervista per “The Sketch”, il giornalista è Gilbert
Burgess, in Autobiografia di un dandy, Milano 1996)
«La
tragedia è stata scritta a discapito degli attori, e per sua
natura il ruolo di Amleto non può essere sostenuto da un
attore.»
(W.
H. Auden, Lezioni su Shakespeare)
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«E
allora? Come giustificare una rappresentazione?
Le male
lingue chiamano ancora analisi una sorta di fedeltà coniugale,
dove la dimestichezza non ha nulla a che fare col pericolo: il
tradimento come ricerca non se lo sono mai figurato.
(Filologia come antiquariato, cervello-tomba, fronte bianca,
pulita onesta virtù delle cose che mancano, consacrati perché
hanno estromesso lo sviluppo).»
(C.
Bene, Opere, Milano 2002)
«Ma il
teatro non ha bisogno di lavoratori.»
(C.
Bene, Opere, Milano 2002)
«A
sgomentare i dottori, sarebbe stato sufficiente che
Shakespeare avesse scritto in luogo di “ordinate ai soldati di
sparare” o di “Tamburi battete”, avesse scritto “fesso chi
legge”. Ma Will, per gli amici, era un attore di Corte e si è
limitato a sottintenderlo. La sola cosa, in fondo, che
Stanislavskij, cane da sottotesti, non ha mai scovato.»
(C.
Bene, Opere, Milano 2002)
«Il
punto nodale è che Amleto è un attore, e nessuno può recitare
se stesso.»
(W.
H. Auden, Lezioni su Shakespeare)
«Il
ruolo si regge da solo.»
(A.
Strindberg, Amleto e Faust, Milano 1988)
«Royal Shakespeare Company del cazzo!
Ci sono
forse dieci o undici opere che sono capolavori, sublimi, ma
perché fare tutte e trentasette le schifezze?»
(Peter
O’ Toole, intervista a Newsweek-la Repubblica, 16 febbraio
2006)
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