"Il Compagno segreto" - Lunario letterario.Numero 13, settembre 2007 

 


 

n. 13 °*° W. Shakespeare : Fantasmi di Amleto  °*° n. 13

 

 

48.  Instabilità, il tuo nome è Shakespeare

 


«…l’instabilità del testo shakespeariano»

(G. Melchiori, Shakespeare, Roma-Bari, 2005)

 

 

«Gli inizi sono quelli di un qualunque aspirante attore del tempo, che viene assunto a giornata dall’una o dall’altra compagnia in ruoli secondari; ma Shakespeare dovette rivelare ben presto non solo le sue qualità mimiche, ma anche la sua eccezionale capacità di collaborazione alla stesura dei copioni, tanto da divenire talora il principale responsabile di un lavoro che, prendendo a prestito il termine dal linguaggio cinematografico, si potrebbe definire di sceneggiatore» (G. Melchiori, Shakespeare, Roma-Bari, 2005).

Quindi la gavetta. Il primo testo a stampa, anonimo e forse a più mani, il Titus Andronicus nel 1594 (grande successo a lungo replicato, pieno di effettacci come neanche nelle Jene di Tarantino). Il primo dramma invece pubblicato col suo nome fu Love’s labour’s Lost nel 1598 (tutt’un’altra atmosfera: pun – e cioè giochi di parole - eufuistici, galanterie petrarchesche: quelle che in Romeo and Juliet si chiameranno «frasi di taffetà»).

 

Quando Shakespeare entrò nella compagnia dei Chamnerlain’s Men, fu da subito full sharer, il che naturalmente non ha niente a che fare con una certa idea romantica dell’autore come il creatore su cui tutto a teatro converge. Continuiamo a citare il preziosissimo Melchiori: «La scelta del testo spetta sempre in ultima analisi e di volta in volta non all’autore, non all’uomo di lettere nel suo studio, ma all’attore, al regista e ai suoi collaboratori che realizzavano quel testo in quanto creazione collettiva»; «Shakespeare è soprattutto Teatro, e del Teatro ha tutta l’impermanenza…» (Ibid.). Come si vede, sembra Carmelo Bene.

 

Anche l’ultimo lavoro, Henry VIII, fu a quattro mani, con John Fletcher. La prima il 29 giugno 1613: tra gli effetti scenici era prevista una salve di artiglieria; la paglia del tetto del prese fuoco e il teatro fu distrutto dalle fiamme.


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