"Il Compagno segreto" - Lunario letterario.Numero 13, settembre 2007 

 


 

n. 13 °*° W. Shakespeare : Fantasmi di Amleto  °*° n. 13

 

 

44.  Teatro antinaturalista

 


 

«Si tratta di un’arena circolare o ottagonale, scoperta, circondata per tre quarti da tre ordini di gallerie; l’altro quarto era adibito a retroscena, e una piattaforna rettangolare rialzata si estendeva da esso fino al centro dell’arena; era questo il cosiddetto apron stage, letteralmente «palcoscenico a grembiule» (circondato da tre quarti dal pubblico in piedi nell’arena e da quello nelle gallerie) sul quale si svolgeva la maggior parte dell’azione scenica. Il palcoscenico era in parte coperta da un’alta tettoia, sorretta da due colonne di legno, che ne formavano il ‘cielo’. Sulla parete di fondo, oltre a due porte che permettevano l’accesso degli attori sul palco, si apriva – in alcuni teatri ma non allo Swan – un vano centrale che poteva essere celato da una tenda e fungere da stanza interna o discovery place (nascondiglio o spazio per le apparizioni). Sovrastava le due porte una galleria praticabile, utilizzata anch’essa per l’azione scenica o per ospitare piccoli complessi di musici. Uno spazio, dunque, antinaturalista, senza possibilità di mutamenti di scena o di effetti di luce (la rappresentazione avveniva di giorno), così da privilegiare esclusivamente la parola e il gesto, ai quali era affidato il compito di orientare l’attenzione dello spettatore. D’altra parte lo spettatore non era separato dall’attore da alcun diaframma: la comunicazione era immediata, il monologo e l’aside trasformavano l’ascoltatore non tanto in un anonimo destinatario di un messaggio fittizio, quanto in un interlocutore diretto o addirittura in confidente.»

 

 (G. Melchiori, Shakespeare, Roma-Bari, 2005)


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