«Il pensiero
dell’eroe tragico dev’essere completamente incluso nell’illusione
tragica: esso non può pretendere, ad esempio, di spiegarci l’essenza
tragica. Amleto è il modello: egli dichiara sempre il falso, cerca
sempre ragioni false – la conoscenza tragica non entra nella sua
riflessione. Egli ha contemplato il mondo tragico – ma non ne
parla, piuttosto, egli parla soltanto delle sue debolezze, su cui
scarica l’impressione che gli è stata recata da quella visione.
Il pensiero e la
riflessione dell’eroe non sono un’intima comprensione apollinea
della sua vera essenza, ma sono un illusorio balbettamento: l’eroe si
sbaglia. La dialettica si sbaglia. Il linguaggio dell’eroe drammatico
è un continuo errore, un ingannarsi.»
(F. Nietzsche,
Frammenti postumi. Vol. II: Inverno 1870-1871 – Primavera
1872, Milano 2004)