"Il Compagno segreto" - Lunario letterario.Numero 12, settembre 2007 

 


 

n. 12 °*° W. Shakespeare : Fantasmi di Amleto  °*° n. 12

 

 

23.  Nel mezzo

 

 


  

«Gente come me che striscia fra terra e cielo, che sta a farci al mondo?»

(Atto III, sc. 1)

 

ROSALINDA - Si dice che siate una persona malinconica.

JAQUES - Sì; mi piace più essere così che ridere.”

(Come vi piace, Atto IV, sc. 1)

 

«Non è colto essere felici: io ho studiato il greco e i verbi irregolari tedeschi.»

(G. Manganelli, High tea, in  Tragedie da leggere, Torino 2005)

 

  

«Nelle regioni “di mezzo” il pensiero è solo con se stesso, a sperimentare l’estraneità alla lingua collettiva e la lontananza dal mondo di tutti. Più che luoghi, queste regioni sono condizioni mentali, crisi, esperienze estreme: dove il soggetto “agisce soffrendo”, conosce distaccandosi, negli antichi stati d’animo dell’ironia e della malinconia, nelle nuove avventure psichiche dell’angoscia e della disperazione.» (L. Koch, Al di qua o al di là dell’umano, Milano 1994).

 

Walter Benjamin ricorda che la codificazione del melanconico viene dalla scuola medica di Salerno, e dal suo esponente principe, Costantino Africano, che nel XII secolo aveva definito il melanconico «invidioso, triste, avido, avaro, infedele, pauroso e terreo» (W. Benjamin, Premessa gnoseologica a Il dramma barocco tedesco, Torino 1999). «Pallido come la sua camicia, i ginocchi che battevano l'uno con l'altro, e un viso che faceva pietà a vedersi» è Amleto incontrato da Ofelia subito dopo l’apparizione dello Spettro (Atto II, sc. 1); e Amleto dirà del suo carattere a Ofelia «pieno di superbia, vendicativo, ambizioso», ecc. (Atto III, sc. 1).

 

«Che cos’è accaduto in fondo? Si raggiunge il sentimento della mancanza di valore quando si comprese che non è lecito interpretare il carattere generale dell’esistenza né col concetto di “scopo”, né col concetto di “unità”, né col concetto di “verità”. Con ciò non si ottiene e raggiunge niente; nella molteplicità dell’accadere manca l’unità che permei tutto: il carattere dell’esistenza non è “vero”, è falso…, non si ha assolutamente più ragione di mettersi in testa un mondo vero…» (F. Nietzsche, Così parlò Zarathustra).


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