AMLETO – Essere
o NON-ESSERE…
(Atto III, sc.
1)
«Per cominciare, è stato un errore
mettere sullo stesso piano affermazione e negazione. Negare, ne
conveniamo, significa affermare l’inverso. C’è però qualcosa di più
nella negazione, un supplemento di ansia, una volontà di distinguersi
e quasi un elemento antinaturale. La natura, se conoscesse se stessa e
potesse sollevarsi fino alla forma, elaborerebbe una successione
interminabile di giudizi di esistenza. Soltanto lo spirito possiede la
facoltà di rifiutare ciò che è e di amare ciò che non è, esso solo
produce, esso solo fabbrica assenza. Io non prendo coscienza di me
stesso, io non sono se non quando nego; non appena affermo,
divento intercambiabile e mi comporto da oggetto. Dato che il no
ha presieduto alla frantumazione dell’Unità primitiva, un piacere
inveterato e malsano si unisce a ogni forma di negazione, fondamentale
o frivola che sia. Noi ci ingegniamo a demolire reputazioni, e in
primo luogo quella di Dio; ma bisogna dire a nostra discolpa che ci
accaniamo ancora di più a rovinare la nostra, mettendo in questione le
nostre verità e screditandole, operando in noi lo slittamento dalla
negazione al dubbio.»
(E. M. Cioran, La caduta nel
tempo)