Amleto - e tutto
per nulla, per Ecuba!…
(Atto II, sc. 2)
«E d’un colpo
non sono più nulla»
(Riccardo II,
Atto V, sc. 2)
«…e nulla è, per
me, tranne ciò che non è»
(Macbeth,
Atto I, sc. 3)
«La gloria è
come un cerchio nell’acqua ad allargarsi finché, per il suo stesso
ingrandirsi, finisce in nulla.» (Enrico VI, Parte I, 1)
«La lunga
infermità della mia salute e della mia vita sta per guarire e il nulla
sta per offrirmi tutto.» (Timone d’Atene, Atto V, sc. 2)
«La vera litania shakespeariana
canta variazioni sulla parola “nulla”, e la misteriosità del
nichilismo ossessiona quasi ogni dramma, persino le commedie
relativamente pure» (H. Bloom, Shakespeare, Milano 2003);
Serpieri ha definito Amleto allo stesso modo quando ha scritto che «il
personaggio trova il vuoto in ogni pieno» (A. Serpieri,
Polifonia shakespeariana, Roma 2002). - «Nessuno ha percepito
più chiaramente di Shakespeare la tendenza propria dell’uomo alla
violenza arbitraria e la maniera in cui la dissoluzione di ogni
significato nella violenza mimetica distrugge ogni cosa sulla sua
strada. Shakespeare deve essere stato tentato dal nichilismo e aver
rischiato lui per primo di impazzire; a differenza di Nietzsche,
tuttavia, egli superò la grave crisi personale che, secondo me,
corrisponde alla stesura delle tragedie…» (R. Girard,
Shakespeare. Il teatro dell’invidia, Milano 2002).
Anche tra chi ha saputo
attraversare Shakespeare, la cosa potrebbe però non imporre tali
tempeste esistenziali ed essere accettata, come si dice, per quello
che è: «Se ci si chiede che cosa generi amore, amicizia, buona fede,
lealtà o qualsiasi altra delle virtù capitali dell’uomo, la risposta è
«niente»; esse non sono spiegabili razionalmente; esistono e basta.»
(N. Frye, Shakespeare, Torino 1990).
«E’ mai possibile trovare o anche
solo cercare il Niente? Oppure esso non ha punto bisogno di essere
cercato e trovato poiché “è” ciò che meno di tutto noi
perdiamo, ossia ciò che non perdiamo mai?» (M. Heidegger, Il
nichilismo europeo, Milano 2003).