"Il Compagno segreto" - Lunario letterario.Numero 12, settembre 2007 

 


 

n. 12 °*° W. Shakespeare : Fantasmi di Amleto  °*° n. 12

 

 

12.  Mondo furioso

 

 


«Le lacrime e i sospiri degli amanti,

l'inutil tempo che si perde a giuoco,

e l'ozio lungo d'uomini ignoranti,

vani disegni che non han mai loco,

i vani desideri sono tanti,

che la più parte ingombran di quel loco:

ciò che in somma qua giù perdesti mai,

là su salendo ritrovar potrai.»

(L. Ariosto, Orlando furioso, Canto XXXIV, 75)

 

«Tu conosci la mia pazzia?» (Salmi, LXVIII, 6)

 

«Se il cervello dell’uomo fosse nei suoi calcagni, non correrebbe il rischio di avere i geloni?»

(Re Lear, Atto I, sc. 4)

 

 

 

Cominciamo con un testo amato: «Shakespeare poteva conoscere il Furioso nella bella traduzione elisabettiana di Sir John Harington, che era stata pubblicata meno d’un decennio innanzi la composizione di Much Ado, nel 1591(G. Baldini, Manualetto shakespeariano, Torino 1967).

Nel capolavoro di Ariosto, come si sa, la medievale nave dei folli s’è allargata a cosmo dissestato e la pazzia universale ha il suo ontologico poema. La certezza che altro non vi sia da vivere che in un mondo di folli, è talmente saputa da potersi concedere tutta l’ariosa inesorabilità dell’ironia. Tempora et mores: se per il desuetissimo gotico Dante dal manicomio del mondo vi sono uscite almeno extra-mondane, da Ariosto in poi il labirinto senza fine si dipana passando non più che da un reparto di picchiatelli all’altro perfino cambiando pianeta.

 

 

 

«La pazzia, signore, se ne va a spasso attorno al mondo come il sole, e splende dovunque» (La dodicesima notte, Atto III, sc. 1). Sarà allora chiaro che i meno alienati siano proprio quelli che il mondo chiama folli: «Gli uomini sono così necessariamente pazzi che il non essere pazzo equivarrebbe a esser soggetto a un altro genere di pazzia» (B. Pascal, Pensieri): più che la pazzia, sarà allora da dissimularsi nel filosofico viver nascosti la propria sanità, e non per falsa modestia, ma proprio perché non venga punita! –A scatenarsi in un liberissimo esame della Bibbia, si potrebbe scoprire che Dio l’ha sempre saputo («Dio ha scelto le cose stolte del mondo», Corinzi, I, 27). - Tutti pazzi per tutto, dunque. A fare gli statistici, nella curva di Gauss della follia, la pazzia dei pazzi starà ai bordi, sarà periferica e minoritaria, patetica e innocua, rispetto a quella politicamente corretta degli uomini normali. Da ciò le millenarie cornucopie di disastri su cui occorre far scivolare il nostro breve giro di surf: ed «è un vero peccato che i pazzi non possano parlar saggiamente di ciò che gli uomini saggi fanno pazzamente» (A piacer vostro, At. I, sc. 2).

 

Nel «globo impazzito» (Amleto, Atto I, sc. 5), nel «pazzo mondo», dove regna sempre tetragono solo «l’Interesse» (Sogno di una notte di mezza estate, Atto II, sc. 1), qui proprio come nella selva di Dante tenuta dalla lupa, a chi dare retta? e chi almeno odiare? «…nessuno è colpevole quando tutti farneticano!» (Pene d’amor perdute, Atto III, sc. 3).


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