"Il Compagno segreto" - Lunario letterario.Numero 12, settembre 2007 

 


 

n. 12 °*° W. Shakespeare : Fantasmi di Amleto  °*° n. 12

 

 

10.  Nothing Hill

 

 


 

«Dal “nothing will come of nothing” di Lear al “Nothing is / But what is not” di Macbeth, dalla “thing of nothing” di Amleto al “nothing (-sometihing)” di Iago, e poi, a quello di Leonte, l’esperienza del non-essere percorre quasi per intero l’universo shakesperiano, annidandosi nelle immagini di un incombente dissesto universale, dominato dalle figure della Morte e della malattia, e affiorando nel martellante impiego del termine “nothing”, cifra della perdita del valore, oppure del senso, ma anche figura dell’apparire e delle immagini di ‘ciò che non è’ su un piano fenomenico.»

 

«I termini “Nothing” e “naught/nought” hanno un’altissima frequenza nel canone shakesperiano (671 occorrenze il primo, 23 il secondo e 69 il terzo), dove compaiono sia in posizione aggettivale sia sostantivale, perlopiù col significato di non-valore (di una cosa o di una persona), e/o non-senso.»

 

(da: S. Bigliazzi, Nel prisma del nulla. L’esperienza del non-essere nella drammaturgia shakesperiana, Napoli 2005)


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