"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 2, gennaio 2003

"L'Amore" di Stendhal Da Henri Beyle a "Stendhal"

"Frivolo"


Dedreux-Dorcy, Stendhal

Il 1827 fu un anno capitale, e non solo perché, pubblicò il primo romanzo “Armance”.

In Inghilterra uscì un’edizione francese di “Roma, Napoli e Firenze nel 1817”: ebbe una recensione di 9 pagine sull’“Edinburgh Review”, e cioè di una delle sue riviste preferite. La cosa influenzò la storia del libro: il recensore non faceva che ripetere che il libro era “flippant” (frivolo!), vedendo nellaflippancy” un difetto, quando si tratta di una delle doti più stupefacenti di Stendhal, che è il tono: la capacità di scrivere di arte, viaggi, politica, donne, e insomma di tutto, restando sempre libero da pedanteria, affettazione, sussiego, boria… 

Ma la cosa lo ferì. 

Spinto da quella recensione, Stendhal riscrisse il libro, che uscì, aumentato, in una seconda edizione con il titolo “L’Italie en 1818”: l’idea era farne il primo tomo di una ricerca sistematica sul costume degli italiani. Fu un altro progetto abbandonato, anche se non del tutto: uscì una terza edizione nel 1826, intitolata semplicemente “Roma, Napoli e Firenze”: fresca leggera e impulsiva come la prima.

 

Un’altra opera perfetta per il tono musicale - una conversazione da viaggio arguta, divagante, allegra, preziosa, felice - fu nel 1829 la guida pratica per turisti della città “eterna” (?) “Passeggiate romane”, libro che fu anche un grande successo commerciale.

 

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