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gennaio 2003

 

NUMERO 2

"L'Amore"

di Stendhal

 

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L'Amore di Stendhal

La ricorrenza

Gennaio 1810: vicino Salisburgo, Stendhal vide cosa accade a un ramo gettato in una miniera di sale: diventò, nove anni dopo, la figura chiave del “De l’Amour”: strano saggio, autobiografia in codice, tra nostalgia e bestemmia, scritto forse per una donna sola, “Métilde”, che non lo ricambiò.

 

Perché Leonardo?

Della donna del “De l’Amour” si hanno solo ritratti improbabili. Stendhal, che non la descrisse mai, accenna alla sua somiglianza con un quadro che si credeva di Leonardo. – Leonardo, come sappiamo, fu molte cose: forse l’ambizione vera di “De l’Amour” era arrivare proprio a tanto: a uno sguardo leonardesco. Descrivere le mille sfumature dell’Amore, un sentimento grande come la Via Lattea, come Leonardo restituisce sulla carta un volto: caldo, sinuoso, elegante. 

Ma Leonardo, mago dell’impercettibile, fu anche l’uomo che in ogni cosa imparò a riconoscere sempre la “macchina” sottostante, la logica impersonale dell’anatomia e della meccanica. Un occhio freddo assieme a un occhio caldo: la morbidezza e la geometria.

Accostare, nella sezione "il libro", i poligoni che disegnò per il “De Divina Proporzione” del grande matematico Luca Pacioli, come anche i disegni “meccanici”, alle sue donne: potrebbe essere un modo per dare figura alla scommessa di Stendhal?

 

“De l’Amour” è infatti un libro ambiguo: l’Amore è un labirinto amato, ma anche una forza da ridurre – per liberarsene? – a qualcosa di semplice e gelido: una malattia forse mortale, un cristallo, una faccenda di strategia, un “corso di logica”.

Uno dei suoi paradossi è che può esserne “scienziato”, e cioè medico, solo chi l’ha subìto. Trattandosi di una malattia mentale, il medico è un ex-pazzo che parla della sua follia. Ma cosa gli è rimasto di quella follia perché gli prema tanto parlarne? La vera salute non spreca tempo a leccarsi piaghe già cicatrizzate.

 

Questo numero

Abbiamo scelto di lasciare più spazio possibile all’Amore: che dilagasse, come dilaga nei libri di Stendhal. – Ci sono sezioni (“il libro”, le donne di “figure”) che possono essere lette a sé, davvero come pure schegge sentimentali: qualcosa di buono per tutti e per nessuno, anche ignorando, anche dimenticandosi di Stendhal. Nelle altre, su Stendhal si azzarda una delle tante possibili frammentarie Babeli.

 

Quanto alla “pagina matta”, c’è ancora l’Amore nelle lettere della posta del cuore; e ancora Stendhal, ma più dissennatamente.

 

 

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Direzione: Francesco Carbone - webMater: Elisabetta Zanon

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